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Intervista: MEGHISTOS


Meghistos รจ un personaggio interessante, poco da dire. Preferisce far tutto da solo, dando vita ad un secondo album di death metal feroce, luciferino e oscuro, con un pizzico di sperimentazione che non guasta. Lo abbiamo raggiunto per fargli qualche domanda. Buona lettura.
PS: Trovate la nostra recensione del suo ultimo album "The Reasons" QUI.

01. Ciao, parlaci del tuo nuovo album!
Ciao e grazie per lo spazio a disposizione. “The Reasons” รจ un disco di death metal anni 90’ che racchiude un insieme variegato di altre influenze: ad esempio utilizzo spesso tastiere e cori o soluzioni ritmiche a volte estranee a questo genere. Lo scopo rimane comunque l’assalto sonoro che deve essere portatore di odio e negativitร  in quanto diretta espressione di me. Il tema trattato รจ il patto con il male per la realizzazione immediata dei propri desideri: ad eccezione di un paio di brani puรฒ quindi considerarsi un concept album. La copertina rappresenta infatti un portone che nasconde un pantheon infernale: bussi, chiedi ciรฒ di cui hai bisogno e, perchรฉ nulla รจ gratis, paghi il prezzo.

02. Il tuo progetto ha radici negli anni Novanta ma solo di recente hai cominciato a fare sul serio, facendo uscire due full-length negli ultimi cinque anni. Cosa hai fatto prima? Insomma raccontaci un po' il tuo percorso artistico!
Ho iniziato a suonare nella seconda metร  degli '80 e, acquisita la tecnica necessaria, ho cercato un gruppo in cui suonare live. Ho iniziato quindi la mia avventura con i Neophyte, gruppo death metal del milanese fondato da Andy Soresina, ancora oggi mio caro amico nonchรฉ ottimo grafico e fotografo a cui devo l’artwork di entrambi i miei lavori. Siamo nella prima metร  dei 90’, ed รจ proprio in quel periodo che, contemporaneamente all’attivitร  con i Neophyte, inizio a comporre brani e riff per conto mio, gli stessi che ho poi in parte riproposto con le dovute rivisitazioni nei miei due album. Non pubblicai all’epoca per diversi motivi tra cui l’impossibilitร  di avere una registrazione decorosa a causa delle scarse risorse economiche: non volevo una band, non mi interessava un lavoro di gruppo ma volevo essere libero di esprimermi e questa scelta implicava la necessitร  di dovere sostenere da solo tutti i costi.

03. Come รจ nata la collaborazione con Andy Bull Panigada?
Piรน che di collaborazione parlerei di amicizia: siamo a fine 80’ e, Metal Shock alla mano, leggo di questo incredibile disco a nome Bulldozer intitolato “Neurodeliri”. Lo acquisto, ne rimango folgorato e da fan cerco di contattare Panigada, per carpire i segreti che si celano dietro quelle intense otto tracce. Mi ricordo che con l’ingenuitร  e la leggerezza di quegli anni chiamai in Discomagic e caso volle che Andy fosse lรฌ in quel momento. Ci demmo appuntamento in un locale per due chiacchere e poi abbiamo continuato a chiacchierare per altri 35 anni. Andy ha sempre visto del potenziale in quello che facevo e quando ho deciso di pubblicare ha voluto dare il suo contributo. In “The Reasons” ha partecipato con un intero brano completamente composto e suonato da lui: “Meat Grinder” che suona tipo una fucilata a bruciapelo in pieno volto!

04. Forse รจ presto per parlare di nuova musica, ma stai per caso componendo qualcosa di nuovo e come pensi che suonerร ?
Comporre fa parte di me ed รจ come respirare: ti fermi solo da morto. Al momento mi sto focalizzando su un uso improprio dei cori in modo che siano complementari al growl, che lo abbraccino in una lunga caduta a spirale verso l’Inferno!


05. La musica di Meghistos attinge soprattutto dal death metal. Pensi che ci siano altre influenze che vale la pena di evidenziare?
Assodati i canoni del death metal classico ho mutuato l’utilizzo delle tastiere da gruppi come appunto Bulldozer, Nocturnus e Iron Maiden (mi riferisco a “Seventh Son Of A Seventh Son”). Ascolto comunque diversi generi musicali (anche se seleziono con attenzione i dischi da ascoltare: non sono proprio uno che si accontenta) e questo spiega alcune soluzioni inusuali. Un esempio potrebbero essere i Return to Forever, o altra fusion che penso, insieme ad altri generi come la classica, abbiano fortemente influenzato il mio approccio alla struttura ritmica dei brani.

06. Credi che nel 2024 finalmente il metal italiano abbia il suo giusto riconoscimento? E in caso contrario, cosa pensi che manchi alla nostra Nazione rispetto ad altre?
Penso di sรฌ, il web ha contribuito molto ad abbattere le barriere e oggi la gente ascolta di piรน ciรฒ che gli piace in quanto puรฒ cercare in autonomia. Ci sono gruppi italiani di fama mondiale: pensiamo a Rhapsody of Fire, Fleshgod Apocalypse o gli stessi Bulldozer. Poi ci sono gruppi pazzeschi che non sono stati valorizzati come avrebbero meritato, ma questo penso accada ovunque. In questo momento mi vengono in mente gli Ephel Duath, difficili ma veramente d’avanguardia. Comunque non ci tengo molto che il metal diventi mainstream, anche se ormai in parte lo รจ giร , perchรฉ sono snob.

07. Quali sono le band che piรน ti hanno influenzato e quelle che ancora ti influenzano?
Oltre al death metal classico, e penso soprattutto alla triade Morbid Angel, Deicide e Suffocation, data la mia etร  ho potuto seguire il metal nella sua evoluzione. Pertanto le mie influenze spaziano dall’Heavy metal degli Iron Maiden e dei Judas Priest, al metal doom dei Black Sabbath, ai gruppi d’avanguardia come i Celtic Frost, al proto-death dei Possessed, al thrash tinto di nero degli Slayer, al gusto per la melodia dei Septic Flesh, ai nostri Bulldozer e Death SS (soprattutto quelli di Paul Chain) e a gruppi o artisti di alt(r)i generi musicali.

08. Abbiamo finito, lascia un ultimo messaggio ai nostri lettori!
Ringrazio tutti coloro che daranno una chance a Meghistos. In alto la Musica e tutte le Arti, profondo fine ultimo dell’uomo!


Intervista a cura di Marco Landi

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