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MEGHISTOS "The Reasons" (Recensione)


Full-length, Buil2Kill Records
(2023)

Facciamo una capatina dalle parti d’un certo Death Metal di stampo classico, accompagnati da questa one-man band milanese, il cui mastermind, Meghistos, appunto, ci riporta a quei primi, seminali lavori dei Deicide o dei Morbid Angel. Siamo dinanzi a quelle sonorità che mi svezzarono all’estremismo sonoro, quando ero ancora un pischello attratto dalla mostruosità messa in musica e con alle spalle i soli Iron Maiden come battesimo di metallo fuso. Non nascondo quindi un certo legame affettivo con questo tipo di proposta, visto che i primi dischi dei Deicide, ad esempio, li ho letteralmente consumati: e qui non ci allontaniamo poi molto dalla creatura infernale partorita dal cacodemon… ehm, cioè, Glen Benton! Abbiamo tutti gli ingredienti di quella pozione letale a base di blast-beat, riff ora frenetici, ora rallentati e dall’incedere pachidermico, e poi un growl mai troppo impastato o gorgogliante – come si sente spesso oggigiorno – con saltuarie incursioni nello scream a doppiare i versi poetici di morte e distruzione!

Se tutto questo vi puzza di già sentito, avete ragione, ma è forse questo sempre un male? Non abbiamo il tecnicismo spinto di tante band Brutal Death, quindi nessun rimando, per come la vedo io, ai soliti Cannibal Corpse (la cui formula mi ha anche un po’ stufato!) o a versioni cervellotiche dei già complessi Death (quelli di “Human” o “Individual Thought Patterns”) o Gorguts (vero, Obscura?). E’ un Death Metal d’altri tempi, di quello da recuperare per spalancare la botola dei ricordi, e non si sa mai che ritroviate pure qualche antico volume scritto col sangue e rilegato in pelle umana! In linea con i suoi riferimenti discografici “made in Florida”, il nostro tuttofare ci delizia con una durata quasi sovrapponibile a quella dell’esordio dei Deicide (che coincidenza, no?) e con brani belli compatti in grado di soddisfare subito l’ascoltatore e di invogliarlo a ripetere l’ascolto di tutti i brani presenti in tracklist! Dimenticavo: ci sono anche delle tastiere ad arricchire talvolta l’arrangiamento, e poi i cari vecchi assoli isterici, con quelle note sparate ovunque, come l’esplosione di un ordigno carico di chiodi.

La batteria, ad orecchio, è sintetizzata, ma è programmata in modo coerente, senza esagerare sulle velocità o in sovrapposizioni di colpi “impossibili”! Se devo trovare qualche criticità, direi di migliorare solo la timbrica delle varie percussioni, e poi forse donare un po’ più di corpo alle chitarre. Forse l’equalizzazione è leggermente carica di frequenze medie, ma attenzione: questa scelta potrebbe essere voluta, proprio per evitare il suono ultra-compresso delle produzioni moderne. Grazie quindi Meghistos, m’hai fatto tornare ragazzino, ingenuo e sbarbato.

Recensore: LV-426
Voto: 8/10

Tracklist:
Tracklist:
01. Ares
02. The Reasons
03. Faust
04. Meat Grinder
05. Black Blues of Death
06. Marriage for Evil
07. Bless my Hands
08. Anghello
09. Yellow

Line:up:
Meghistos - Everything

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