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Intervista: LA MENADE


Anni bui, così queste ragazze descrivono gli ultimi anni passati dal Pianeta Terra, e come dare loro torto? Ed è per questo che il loro disco suona così tremendamente intenso e oscuro. Ce ne parlano loro in questa lunga chiacchierata virtuale.
PS: trovate la nostra recensione del loro ultimo album, "Reversum", a questo link.


1 - Ciao e benvenute sulle pagine virtuali di Hot Music Zine! Vogliamo parlare di "Reversum" in generale, magari partendo dal significato del titolo?

Ciao a te e un sentito grazie per l'ospitalità. Il titolo dell'album, "Reversum", richiama il concetto del "ritorno". Ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non alludiamo al nostro ritorno dopo anni di silenzio, quanto piuttosto ad un vero e proprio "ritorno a noi stesse", ad una sorta di "ripiegamento" che ci è servito per rimettere a posto i cocci di mille eventi che ci hanno provato in questi anni. Un ritorno alle nostre paure più buie che si è reso necessario affrontare. Attraverso questo album siamo riuscite ad esorcizzarle e a trasformarle in qualcosa di più creativo di una distruzione interiore. Potremmo dire che per noi “Reversum” è l’inizio di un ciclo catartico: per questo abbiamo voluto che la sua uscita fosse accompagnata da suoni, immagini e sensazioni tradotte in arte in grado di valorizzare il “bello” che è insito in ciascuno di noi. Per dargli voce, nonostante la devastazione. “Reversum” è un album cupo e, se vogliamo, introspettivo nel mood e nel sound. Ma se la distruzione è a volte necessaria, essa resta del tutto inutile se non si pone come spunto per comprendere, comprendersi e ricominciare. Andare avanti e guardare oltre.

2 - Per la prima volta avete scelto di cantare in inglese, come mai?
È un esperimento che volevamo fare da tempo. In realtà, già agli inizi abbiamo scritto qualche brano in inglese e, per esempio, esistono una versione di Strane Idee (da Conflitti e Sogni) e una di Nero Caos (da DisumanaMente) in inglese.
Ma questa volta l'approccio è stato diverso. I testi sono nati in inglese e le linee vocali sono state influenzate e modellate dall'uso di questa lingua completamente diversa dall'italiano. Siamo uscite volutamente da una comfort zone per sperimentare qualcosa di diverso. Per cercare nuovi stimoli e nuove possibilità.

3 - Cosa rappresenta per voi questo album, un nuovo punto di partenza o di arrivo?
Direi entrambe le cose. È la chiusura di un periodo buio. Un punto sul passato con l'obiettivo di guardare al futuro, nella convinzione che tutto faccia parte di un ciclo che poi è la vita stessa.

4 - Vogliamo parlare dell'artwork di copertina, magari analizzandolo nello specifico?
L'artwork è frutto del lavoro di Fabio Listrani, un illustratore e grafico che seguivamo e ammiravamo da un po' di tempo. Volevamo fotografare la disfatta del nostro mondo e della bellezza, rappresentata dalla statua femminile in primo piano che richiama in alcuni dettagli la Nike greca, senza esserlo del tutto. È un simbolo della bellezza che, incuranti, stiamo distruggendo. L'alloro invece da sempre simboleggia la sapienza, la gloria, il successo. Eppure la conoscenza e la ricerca della grandiosità non portano ad alcuna vittoria, ad alcun miglioramento, se mal gestite. Tristemente lo apprendiamo ogni giorno. Assistiamo ad un generale abbrutimento, ad un allontanamento tra le persone, ad un appiattimento di valori e differenze. E questo si traduce in una inevitabile sconfitta dell'umanità. Da qui il paesaggio desolato e il cielo apocalittico della copertina che evocano una disfatta totale.

5 - Quali sono le vostre influenze musicali e che importanza hanno avuto per la realizzazione di "Reversum"?
Le influenze sono varie e mutevoli nel tempo. È la musica che ci piace e che comprende band come Metallica, Mastodon, Tool, Leprous, Gojira, Korn, Smashing Pumpkins, Tesseract, Rammstein, Nine Inch Nails, Pink Floyd, Led Zeppelin, ma anche Mozart, Chopin, Hans Zimmer, oppure Tori Amos, P.J. Harvey, il sound di Seattle degli anni 90, Fabrizio De André e tanto altro. Ma nessuna di queste in particolare agisce in modo consapevole sulla nostra musica. Probabilmente riaffiorano qua e là nei piccoli dettagli, ma non sono cose a cui pensiamo quando componiamo.

6 - Che tematiche affrontano i testi delle vostre canzoni di solito? Ed è cambiato qualcosa in questo album?
I nostri testi sono solitamente introspettivi. Raramente raccontano storie. Più spesso raccontano un malessere nei confronti di una situazione, di una persona o di un contesto. Sono sfoghi personali che diventano racconti di un disagio e reclamano il bisogno di riaffermarsi o di sconfiggere un nemico, che può essere reale o interiore.
In particolare “Reversum” è un contenitore di protesta nei confronti di una società che non ci piace, che ha scelto una direzione sbagliata a nostro avviso, tra le mille possibili che avrebbe potuto intraprendere. Forse bisognerebbe fare un passo indietro e ricominciare da capo per avere nuova speranza.

7 - "Reversum" è un album molto particolare, anche oscuro e con parecchie influenze derivanti dalla musica elettronica/darkwave ecc. Come mai ha questo tipo di mood?
È scuro perché questi anni sono stati bui. Anni di distanza, di perdite, di allontanamenti, di stravolgimenti (alcuni anche positivi a dire il vero, ma talmente potenti da segnarci profondamente). Credo che tutto questo si sia inevitabilmente tradotto nell'oscurità che emerge dall'album.

8 - Se doveste convincere un nuovo ascoltatore a scegliere la vostra musica e a scoprirla, come cerchereste di convincerlo?
Beh probabilmente gli direi di prendersi una mezz'ora di tempo, di chiudere gli occhi e di lasciarsi trasportare dalle note. La musica necessita di una certa intimità per tirar fuori il meglio di sé. È un rapporto uno a uno, in cui ci si specchia, si dà e si riceve. E credo che la nostra sia una musica emozionale, che nasce dalla pancia e dal cuore. Bisogna entrarci in connessione per apprezzarla a pieno.

9 - A livello di live state pianificando qualcosa?
Abbiamo appena festeggiato l’uscita del nuovo album con un release party al Traffic di Roma, tornando sul palco dopo parecchi anni, ed è stato bellissimo e rigenerante. Certamente l’intenzione è quella di continuare a suonare in giro e di riabbracciare un po' di gente.

10 - A voi le ultime parole. Un saluto!
Saluto te e i vostri lettori. Vi aspetto ai live e sulle nostre pagine social per restare aggiornati.
Supportate la musica, ce n’è tanto bisogno di questi tempi!


Intervista a cura di Marco Landi

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