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Intervista: T.I.R.


Oggi ospitiamo i T.IR., storica formazione metal tricolore che ha fatto scuola e storia assieme a nomi come Strana Officina, Fil Di Ferro e Vanadium e altri gruppi che negli anni Ottanta proponevano in Italia un arcigno heavy metal che è entrato poi nella leggenda! Buona lettura!

1 - Ciao e benvenuti su Hot Music Zine. Come ci si sente ad essere una delle realtà più longeve del panorama heavy metal italiano e cosa pensate di offrire ancora dopo quasi quarant'anni di attività?
Ciao, è un piacere incontrarvi e parlare di metal! Noi siamo ancora in attività (direi anche piena). Abbiamo avuto recentemente dei live, siamo in studio per lavorare sul nuovo album. Quel che possiamo offrire oggi come TIR è produrre e suonare ancora del buon sano heavy metal!

2- Di cosa parlano i vostri testi e chi li scrive di solito?
La scrittura dei testi, incluso l’ultimo album Metal Shock (2019), è stata ad appannaggio dei nostri chitarristi (Danilo Antonini e Sergio Bonelli) e di ulteriori collaborazioni. I testi sono variegati, ad inizio attività e sull’album Heavv Metal (2011) molti racconti gravitano sul periodo dell’antica Roma. E proprio “Roma” è uno dei nostri cavalli di battaglia dal vivo. Alcuni testi trattano tematiche legate alla promozione dei valori, non solo quelli battaglieri raccontati in alcune nostre song, ma della vita quali fratellanza, coraggio, lealtà. Non mancano anche percorsi più intimistici. Nel nuovo album, i testi saranno curati dal nuovo vocalist (Enzo Sisma).

3 - Parliamo adesso del processo di composizione. Avete un metodo consolidato oppure cambiate di volta in volta?
Considerata la provenienza di matrice classica di quasi tutta la band, si arriva in studio con il brano più o meno pronto. E’ un sistema che funziona all’interno del gruppo. Si lavora poi successivamente per la parte vocale e arrangiamento.

4 - "Metal Shock" è uscito nel 2019 e sembra essere stato accolto positivamente. State pensando ad un suo successore e come credete che suonerà?
Siamo felici del risultato di Metal Shock, bel prodotto e distribuito dalla Gates of Hell Records. Come appena anticipato, siamo già al lavoro per il nuovo album. In questo nuovo lavoro ci sarà una maggiore contribuzione compositiva da parte degli elementi della band e rispettive influenze. Graviterà sempre sul tipico suono “granitico” ed armonico delle due chitarre, abbinate ad una sezione ritmica sempre tesa e su questo, sia Dino Gubinelli (bassista storico dei TIR) che Gioele Sozzi (giovane ed incredibile nostro nuovo drummer) hanno le idee molto chiare. Anche il cambio del cantante e la sua timbrica, diversa rispetto ai passati vocalist, porterà novità, anche dal lato compositivo.

5 - Vi piace suonare dal vivo e come va l'attività live in questo periodo?
Fosse per noi, saremmo sempre sul palco a suonare! Ci siamo esibiti recentemente al Rock Beer Fest di Tivoli insieme a Pino Scotto, Bad Bones, Lost Reflection, Red Bertoldini… insomma un bill di tutto rispetto. Anche in estate abbiamo fatto dei live, ottima palestra per consolidare la band. Al momento, focus sui lavori dell’album.




6 - Parliamo dell'aquila presente nel vostro logo e che vi accompagna da sempre. Forse un richiamo anche alla vostra passione per Roma? E c'è dell'altro?
Hai colto nel segno. L’aquila è un chiaro richiamo sugli antichi fasti dell’antica Roma, come raccontiamo in diversi nostri brani. E’ anche simbolo di grande libertà, fierezza, orgoglio di appartenenza. Un brano che eseguiamo da sempre e che dedichiamo ai fratelli metal che ci hanno lasciato anzitempo si chiama proprio “Il volo delle aquile”. Non ci sono altre motivazioni ideologiche o tantomeno politiche.

7 - Doveste scegliere 5 album da salvare e portarvi via su un'isola deserta, quali scegliereste?
Non è nascosta la nostra passione sfegatata per i Judas Priest (a volte dal vivo suoniamo anche qualche loro brano per omaggiarli), così come per la NWOBHM. Direi senz’altro di far scegliere ad ognuno un disco, modo portarne 5 e suonarli a rotazione.

Enzo Sisma: Live at Budokan (Ian Gillan Band)
Sergio Bonelli: Screaming for Vengeance (Judas Priest)
Danilo Antonini: Made in Japan (Deep Purple)
Dino Gubinelli: Alive! (Kiss)
Gioele Sozzi: Kill ‘Em All (Metallica)

8 - Che strumentazione usate di solito sia in studio che nei live?
Abbiamo una nostra base operativa dove lavoriamo sia per le prove che per delle registrazioni, dove c’è veramente di tutto, considerati gli anni di onorato servizio. Per i live, ci presentiamo come combo tipico heavy e non utilizziamo sequenze/basi. I set sono: Flying/Firebird+Marshal per Danilo, Flying+Marshal (Sergio), Precision/Jazz+Ampeg/Marshal (Dino sfodera spesso altre chicche dalla sua numerosa collezione) mentre per Gioele, Tama Starclassic con rullante LU signature snare. Enzo si affida da sempre ai classici radio Shure.

9 - Come sta il metal italiano nel 2023. Era meglio o peggio prima?
A questa domanda risponde direttamente Enzo Sisma, considerata anche la sua trascorsa attività in radio e sul web (è stato recentemente uno dei conduttori di un noto programma proprio sul metal italiano). Diciamo subito che il livello è salito tantissimo, si è praticamente equivalso (e da anni) alle migliori produzioni estere. Abbiamo fior di band (ne ho intervistate tante), da quelle storiche ancora in attività a quelle più recenti, che si stanno facendo valere e musicisti eccezionali. Purtroppo quel che manca è la giusta attenzione mediatica che, fuori dal preziosissimo incessante lavoro svolto dalle riviste e magazine di settore, ancora latita. L’opera di sdoganamento del genere proprio non riesce in questo paese, nonostante i grandi festival (sempre un po pochini per la verità) in Italia siano sempre stracolmi ed il popolo del metal ben numeroso. Bisognerebbe dare voce a livello nazionale a quelle band che magari possano far appassionare chi non è solitamente un ascoltatore del genere e su questo il ruolo primario deve essere svolto dalle radio, TV e riviste musicali, sempre ed esclusivamente a livello nazionale, altrimenti si rimane così. Nomi di tutto rispetto comunque ne abbiamo per farci degnamente rappresentare all’estero; speriamo che tra i direttori artistici dei vari palinsesti musicali ne compaia presto uno, magari più illuminato, che possa dar voce alle tante realtà in cerca solo di una giusta visibilità. Persistere comunque, sempre! Il web poi ha facilitato la diffusione della musica, anche delle band metal (di contro, letteralmente ucciso le vendite degli album, oramai considerati erroneamente un inutile orpello), creando nuove forme di ascolto e per i più fortunati anche di concreta remunerazione. Alcuni festival con band italiane si riescono ad organizzare (non è che siamo proprio messi malissimo), ma occorrerebbero maggiori sponsor e una forte promozione di questa tipologia di eventi, per far avvicinare maggiormente pubblico al “nostro” genere. Tornando alla differenza tra prima e dopo c’è da sottolineare, rispetto al passato, un’evoluzione tecnica incredibile. Le nuove band sono preparatissime. C’è anche da considerare che gli studi e le sale prove sono oggi frequentate maggiormente da band e musicisti della precedente generazione. Segno sicuramente dei tempi, dell’ottimizzazione dei costi e della lieve differente percezione dell’essenza band.

10 - Concludete come volete, un saluto da Hot Music Zine!
Grazie alla redazione per lo spazio concesso, è stato veramente un piacere. Nel salutare i lettori di Hot Music Zine, invitiamo tutti a visitare la nostra pagina Facebook per saperne di più sulla band, entrare in contatto, farci domande e rimanere così informati sulle attività dei TIR. Vi aspettiamo sotto il palco! Stay Metal!


Intervista a cura di Marco Landi:

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