PATH OF SORROW "Horror Museum" (Recensione)


Full-length, Buil2Kill Records
(2025)

Giungono alla seconda fatica sulla lunga distanza i genovesi Path Of Sorrow, band attiva dal 2012, che ha affrontato vari cambi di line-up, conclusisi solo nel 2022, con l'ingresso di un terzo chitarrista. La registrazione di questo secondo disco è stata ritardata a causa del COVID e i nostri sono entrati in studio solo nel 2022. Il lavoro, a livello tematico, è molto interessante, trattando delle paure che albergano nella mente umana e rappresentare sotto forma di mostri. Stilisticamente, a dominare è il death melodico di matrice svedese, con i Dark Tranquillity degli anni '00 a farla da padroni. 

Dopo la breve "Introduction", la title track esplode in tutta la sua furia, grazie ad una serie di riffs ottimamente concepiti e sostenuti dal drumming di Tiziana Colella (si, una batterista donna...lo so, è inusuale ma può cantare un curriculum come live session per le Nervosa e non è poco). Anche "Feral Hunt" ha un ottimo tiro, anche se la trovo leggermente inferiore a "Horror Museum". "Elegy Of The Fallen", invece, sembra non avere una direzione ben chiara in mente, complice anche una voce femminile che, a mio avviso, c'azzecca come i cavoli a merenda, soprattutto perché non è una voce particolare o incisiva, anzi. 

Fortunatamente con "The Butcher" la band torna sui binari giusti, con una canzone che ti colpisce col delicatezza di un panzer, con una prova vocale da parte di Mat veramente da Oscar. Un altro mezzo passo falso, per me, è "The Night Come Suddenly", in cui i riffs, sinceramente, non colpiscono come dovrebbero e la voce pulita lascia un po' il tempo che trova. Canzone abbastanza particolare è"Divina Voluntas (Torquemada)", presumibilmente centrata sulla figura del famigerato inquisitore, in cui i nostri si cimentano anche con l'introduzione dello spagnolo, in quello che, da quello che sono riuscito a capire, dovrebbe essere un discorso tra Torquemada ed una strega. "The Path Of Sorrow", canzone conclusiva dell'album, si discosta un po' dagli anni '00 per andare un po' più indietro nel tempo, ai tempi di "The Mind's I", con un risultato più che soddisfacente. 

Questo lavoro, in definitiva, ha molti punti vincenti e qualche punto debole (la voce femminile e quella pulita maschile in primis). Il difetto principale, però, credo vada riscontrato nell'eccessiva derivazione dei brani da parte dei Dark Tranquillity. Pur essendo le canoni di buona fattura sono tutte estremamente derivative e, alla lunga, questa potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio per la band. Personalmente, poi, avrei mixato in maniera leggermente diversa il rullante e le parti in cui le chitarre vanno sulle note più alte, dal momento che sembrano bucarti le orecchie...quando il gruppo correggerà questi aspetti, avremo una band in grado di competere coi nomi più importanti della scena. Fino ad allora, la loro prestazione (e, di conseguenza, la loro valutazione) è più che buona ma ancora non è ottima. 

Recensione a cura di Marco "Wolf" Lauro
Voto 85/100

Tracklist:

1. Inauguration
2. Horror Museum
3. Feral Hunt
4. Elegy of the Fallen
5. The Butcher
6. My Mask
7. The Night Came Suddenly
8. The Great Old One Rises
9. Divina Voluntas
10. The Path of Sorrow

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