GHOST BATH "Rose Thorn Necklace" (Recensione)
Full-length, Season of Mist
(2025)
Dove finisce il dolore e comincia la bellezza? I Ghost Bath, con “Rose Thorn Necklace”, non danno risposte: ti ci affogano dentro. Il quinto capitolo della carriera dei Ghost Bath è un disco che non chiede il permesso per entrare – ti piomba addosso con tutta la sua tragica grazia, tra urla spettrali e melodie che sembrano il lamento di un’anima in perenne stato di allerta emotiva. “Rose Thorn Necklace” è, già dal titolo, un ossimoro sanguinante: bellezza e sofferenza si intrecciano in una stretta mortale, come spine che graffiano il cuore sotto una pelle fatta di luce fredda.
Le coordinate sonore restano nel territorio post-black/atmospheric che la band americana ha reso suo, ma qui c’è un salto in avanti, o forse un precipizio. I brani si trascinano e si sollevano come fantasmi malinconici: “Sanguine Mask” è un’apertura lenta, traslucida, che trasuda perdizione più che rabbia. Non si parla più di “suonare black” – qui si tratta di evocare un’emozione cruda, instabile, dolente. Il disco è irregolare, e questo è il suo punto di forza. Dove alcuni vedono confusione stilistica, io ci vedo sincerità. I Ghost Bath mescolano influenze depressive rock, ambient e persino shoegaze senza timore di inciampare. “A Crystal Heart” è eterea e rarefatta, ma improvvisamente si apre a sfuriate vocali ferine, come un’anima che si spezza a metà canzone. E poi c’è “Bleed into Me”, che sembra una carezza su un corpo martoriato: dolcezza e disperazione si fondono in un climax che non esplode mai davvero, ma resta sospeso, come un grido trattenuto in gola.
Certo, non è un disco per tutti. Chi cerca coerenza, tecnica, impatto frontale, farebbe bene a guardare altrove. “Rose Thorn Necklace” non è black metal in senso stretto, né vuole esserlo. È più un’esperienza emotiva che un esercizio di genere. E come tutte le esperienze autentiche, non ti lascia mai davvero indifferente: o lo respingi, o ti ci perdi dentro.
In definitiva, Ghost Bath hanno confezionato un disco coraggioso, fragile, imperfetto – e proprio per questo umano. Non cercateci la fiamma dell’inferno: qui si brucia a fuoco lento, nel gelo di un abbraccio che non consola. Consigliato a chi ama soffrire in silenzio con gli occhi chiusi e le cuffie a palla.
Recensore: Simone Lazzarino
Voto: 7,5/10
Tracklist:
1. Grotesque Display
2. Rose Thorn Necklace
3. Well, I Tried Drowning
4. Thinly Sliced Heart Muscle
5. Dandelion Tea
6. Vodka Butterfly
7. Stamen and Pistil
8. Needles 02:13 instrumental
9. Throat Cancer
Line-up:
Dennis Mikula - Everything
Links:
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