APOCALYPSE "Pandaemonium" (Recensione)
Full-length, MiMo Sound Records & Publishing
(2024)
Torna a farsi sentire il progetto Apocalypse, ad un anno di distanza dal precedente, ottimo “Retailation”. Qualche mese fa avevo avuto modo di recensire la ristampa del debut “Si Vis Pacem Para Bellum” e non mi aspettavo di recensire un nuovo lavoro dopo così poco tempo ma la cosa non mi dispiace affatto, dal momento che ritengo questo progetto estremamente valido e coerente. La one man band ruota attorno alla figura di Erymanthon Seth, che si avvale di session in caso di live. La fonte di riferimento resta sempre la buonanima di Quorthon con i Bathory pre-svolta viking.
Il nuovo lavoro, tuttavia, non si limita a riproporre quanto fatto dallo svedese, come accaduto in passato. Perché, se è vero che i brani passati funzionavano benissimo, riproporre sempre la stessa formula può essere controproducente. Ed ecco che Erymanthon si mostra intelligente e decide di allargare le proprie influenze, andando ad inserire anche parti di batteria vicine al thrash o un uso più massiccio delle tastiere, che contribuiscono a creare un’atmosfera eterea ed evocativa. Il lavoro si apre con un’intro di organo che ci porta a “Hanged, Drawn & Quartered”, il cui riff iniziale ricorda “The Phantom Of The Opera” di Andrew Lloyd Webber, per poi sfociare un classico brano alla Bathory e segnalandosi come uno dei brani migliori del disco. La successiva Witchhunt, invece, non riesce a convincere completamente, per via di riffs che non riescono a colpire completamente nel segno, risultando talvolta superflui.
Un brevissimo passaggio di organo ci porta a “Pit Of Oblivion” e qui le cose tornano a farsi veramente interessanti, grazie ad una serie di riffs veramente belli, con un ritmo abbastanza sostenuto senza essere parossistico, il tutto supportato da un tappeto di tastiere che dona al tutto un’atmosfera epica ed evocativa. “The Well Of Deception” è, probabilmente, il brano che preferisco del lavoro, soprattutto per la melodia di tastiere che rimanda tanto a “War” di Burzum, arricchita però da quell’atmosfera epica che ha reso immortale i dischi di Quorthon. “Broken Illusion” è un altro brano che, personalmente, non mi ha convinto. I riff sembrano buttati lì un po’ a caso e la batteria sembra coprire ed affossare le chitarre in alcuni punti. Sembra quasi che questa canzone abbia un suono diverso rispetto alle altre. Con “Son Of Fire” le cose si riprendono, ponendoci di fronte ad un brano dalle forti tinte heavy metal che vi farà scapocciare a tutta forza.
La title-track ci presenta un altro brano rallentato ma, stavolta, ben fatto, che ci riporta ai tempi di “Hammerheart”, con riff semplici ma ben fatti e con una batteria che gioca tutto sui tom, per un risultato veramente da brividi. La conclusiva “Finale”, giocata tutta su cori ed organo, ci porta fuori dal pandemonio evocato dalla band, con un risultato finale che, al netto di un paio di pezzi non molto riusciti, ci consegna un disco di altissimo livello, che conferma quanto di buono fatto dal progetto Apocalypse.
Recensione a cura di Marco "Wolf" Lauro
Voto: 75/100
Tracklist:
1. Praeludium in D Minor
2. Hanged, Drawn and Quartered
3. Witchhunt
4. Pit of Oblivion
5. The Well of Deception
6. Broken Illusion
7. Son of Fire
8. Pandaemonium
9. Final
Line-up:
Erymanthon Seth - Everything
Links:
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