Intervista: NOIRNOISE


Qualche tempo fa abbiamo recensito il loro ep di esordio, "Noirnoise", uscito per Club Inferno Ent. Un concentrato di sonorità ruvide, di sporcizia grunge e blues che sicuramente riporta un po' coi piedi per terra in un mercato affollato da band un po' troppo standardizzate. Abbiamo parlato con la band, quindi buona lettura!.

01. Ciao, parlateci del vostro ep di debutto e di come avete lavorato per realizzarlo.
Questo EP nasce dall’alchimia che si è creata tra i vari elementi della band durante lunghe ed alcoliche sessions in sala prove. I brani che contiene, in un lungo viaggio psichedelico, hanno incontrato Francesco Palumbo che con la sua Disco Inferno Ent., ha scelto di collaborare con noi, rendendo possibile tutto questo.

02. Presentate il vostro sound ai nostri lettori, immaginando che nessuno vi conosca ancora.
I Noirnoise nascono nell’autunno del 2009 dall’ingresso nella band di un nuovo batterista che si è inserito in un contesto musicale che poneva le sue basi alla fine degli anni 90. I Noirnoise sono un gruppo arrabbiato e decisamente rumoroso. Le influenze personali dei vari componenti della band emergono in modo molto chiaro, ma, direi, che grunge, garage, hard rock e atmosfere dark la fanno da padrone nei nostri brani miscelandosi in un modo, a nostro modo di vedere, molto naturale e spontaneo.

03. Come è nata la collaborazione con Club Inferno Ent.?
Francesco Palumbo ha ascoltato i nostri brani e ci ha proposto una collaborazione. E’ così che siamo entrati nella famiglia di My Kingdom e di Disco Inferno Ent. E questo ci ha reso molto felici. Direi che le nostre strade si sono incrociate e questo EP è il risultato di questa alchimia.

04. State per caso componendo qualcosa di nuovo, magari finalizzato ad un full-length? E come pensate che suonerà?
Non smettiamo mai di comporre e di arrangiare nuovi brani. Suoniamo insieme da 15 anni e l’alchimia che si è creata ci consente di lavorare con grande armonia. Stiamo pensando molto seriamente e con grandissimo entusiasmo all’uscita di un album full-length, ma, al momento, cerchiamo di goderci tutto quanto deriva dall’uscita del nostro primo EP. Con il passare del tempo siamo diventati più duri, più essenziali e sicuramente più arrabbiati e il suono, crediamo, sarà allineato alle nostre caratteristiche. Ma un full-length ci permetterà di far emergere altre sfumature che ci appartengono.


05. Parliamo un po' dell'aspetto lirico di questo vostro debutto. Chi scrive i testi e che tematiche affrontano?
Tutti i nostri brani nascono in sala prove con un approccio decisamente “live”. Ci piace tantissimo il nostro approccio alla musica e all’arte in genere, approccio che riteniamo molto spontaneo. Si parte da un’idea, un testo, che nelle sessions vengono sviluppati e in cui ogni componente della band contribuisce con il proprio arrangiamento. Tutto il resto diventa estremamente naturale. Crediamo di essere una band che funziona proprio per l’approccio e l’attitudine che mette in ciò che realizza, un approccio in cui sono le emozioni il filo conduttore che porta a finalizzare un brano.

06. Credete che nel 2024 finalmente il rock italiano abbia il suo giusto riconoscimento? E in caso contrario, cosa pensate che manchi all'Italia rispetto ad altre a livello musicale?
Crediamo che ciò che manca al rock italiano ed alla musica italiana in genere, sia il giusto approccio e la giusta attitudine. Ma è un discorso che va ben al di là della musica. E’ un discorso che si può applicare all’arte in genere. Non vediamo segni di ripresa dopo il disastro e lo sfacelo totale provocato dal COVID-19. Suonare “live” per band che propongono musica indipendente è difficile. I costi per i locali sono troppo elevati e, purtroppo, la maggior parte dell’audience propende ancora per le cover band (nessun commento in questo caso è meglio di un commento). Vero è che dovrebbe esserci spazio per tutti ma i condizionali non hanno mai migliorato una situazione. E’ un discorso molto complesso… ma è una legge di mercato… la domanda crea l’offerta. Ci chiediamo spesso quanto bello sarebbe stato nascere a Seattle o a Manchester…

07. Quali sono le band che più vi hanno influenzato e quelle che ancora vi influenzano?
Il grunge ed il garage sono stati un filo conduttore per noi… Così band come Soundgarden, Nirvana, Pearl Jam, Sonics hanno avuto grande influenza. Poi ci sono i gusti personali dei singoli elementi che hanno contribuito a creare il nostro suono. E allora The Cure, David Bowie, The Doors, The killing Joke, il Prog, Gruppi italiani come Lara Martelli o Marlene Kuntz sono band che ci hanno ispirato in ciò che proponiamo.

08. Abbiamo finito, lasciate un ultimo messaggio ai nostri lettori!
Grazie per quest’intervista e per darci la possibilità di raccontare il progetto Noirnoise. Pensiamo che il nostro miglior approccio sia quello “live”… per cui ci vediamo presto in giro a fare un sacco di rumore e, perché no, a berci insieme qualche decina di birre…


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