Intervista ai NEFESH CORE
I Nefesh Core sono una formazione che si rifĂ molto al dark anni Ottanta e hanno anche di recente coverizzato e fatto uscire sotto forma di singolo, il classico dei The Cure, "Lullaby". Parliamo con loro di un bel po' di cose, ma proprio tante! A voi la lettura!
01. Ciao ragazzi, quando e come nascono i Nefesh Core? Qualcuno di voi arrivava da precedenti esperienze musicali, mi pare...
David: Ciao a te. I Nefesh Core sono il frutto di una costante e incessabile necessitĂ comunicativa ed artistica. Quella che comunemente chiamiamo vena compositiva, beh in effetti credo che sia io che Ghigas ne abbiamo una che sembra attingere ad una fonte inesauribile e ci auguriamo che resti sempre tale. Ed è infatti con lui che l’idea di questa bad prende forma. Nel 2018, nel pieno di una serie di cambiamenti esistenziali che hanno riguardato entrambi, ovviamente per ragioni diverse e personali, abbiamo sentito l’urgenza di creare musicalmente qualcosa di nuovo: di nuovo, intanto, rispetto ai Metatrone, la nostra grande band con la quale abbiamo iniziato nel lontano 2001 e della quale siamo i fondatori nonchĂ© il motore principale, fino ad oggi; poi di nuovo anche per quanto riguarda il nostro approccio allo strumento, dato che nei Nefesh Core io ho preso il microfono per propormi come voce solista, mentre Ghigas è passato dalla chitarra al basso; ed infine di nuovo rispetto al genere musicale. Ci siamo infatti aperti al mondo del dark / Goth rock e metal, in modo davvero istintivo, senza premeditazione alcuna. Così durante la scrittura si una serie di appunti che nella loro forma primitiva non sapevamo che direzione avessero preso, Ghigas mi disse di provare a cantare una linea vocale, in inglese, e muovermi nel registro della mia voce pulita, come lead singer, mentre lui appuntava un giro di basso. Avvertimmo che stava nascendo una nuova realtĂ … è bastato poco. Qualche giorno dopo scrissi un testo, una storia evocative, un nuovo livello di “poesia” per entrambi, una nuova visione delle liriche, e venne fuori “Another break to Life”, primo singolo di questo nuova band che chiamammo Nefesh Core.
The Ghigas: Ricordo tutto perfettamente come fosse ieri. E’ strano ma ricordo netta quella sensazione di totale libertĂ artistica che respiravamo proprio in quei frangenti in cui stava creandosi un nuovo “soggetto artistico” per noi. Nuove le atmosfere, nuovo lo spirito che ci animava come compositori e arrangiatori, nuovi i suoni, nuovi i ruoli e alla fine nuovo il genere in cui ci mettevamo alla prova. E’ stato veramente molto esaltante e lo è tuttora. Un piccolo ma credo pienamente giustificato senso di potenza creativa e passione per l’arte. Presto sentimmo la necessitĂ di completare il “corpo” di questa band, reclutammo altri musicisti, realizzammo il nostro primo album “Getaway” nel 2020 e due singoli tra il 2021 e il 2022 (“Dove il mondo non c’è piĂą”, cover del brano omonimo di Francesco Renga, e l’inedito “Walls of time”) e dopo alcuni avvicendamenti siamo arrivati alla attuale formazione, che vede oltre David, alle tastiere e alla voce solista, e me al basso, anche Bob Brown alla chitarra e Andrea Marchese alla batteria. Ed eccoci qui, con l’uscita del nostro nuovo singolo, “Lullaby”.
02. Avete realizzato la cover di "Lullaby" dei The Cure. Come mai proprio quel brano? Ha un significato particolare per voi?
Andrea: Intanto abbiamo voluto rendere omaggio ad uno dei brani piĂą iconici della New Wave di fine anni 80. Personalmente è stato un momento bellissimo ed è coinciso, tra l’altro, con il mio ingresso nella band. E’ stato pazzesco iniziare questo nuovo percorso lavorando ad una canzone così famosa e che è simbolo di una intera generazione e mi sono sentito veramente onorato di poter “metterci del mio”! La scelta di Lullaby non è ovviamente casuale. Credo possiamo tutti essere d’accordo che questa sia uno di quei brani che qualsiasi amante della musica contemporanea non può non conoscere! E’ una canzone che fa parte di noi, ci ricorda chi eravamo, da dove siamo partiti, è legata a tanti ricordi, ad una miriade di emozioni di noi giovani musicisti che guardavano i “grandi” e si immaginavano al loro fianco.
Bob: Da parte di una band di cultori della musica degli anni 70 - 80 e 90, non poi che aspettarti una cosa del genere. Davvero, Lullaby e lo dico molto umilmente, sembra essere stata scritta dai Nefesh Core, sia sul piano tecnico che su quello tematico. E quindi la scelta è stata rapida, sicura e netta e il lavoro di riarrangiamento che riabbiamo messo è stato molto istintivo e naturale. L’arpeggio che da inizio al brano, anche quello mi è venuto fuori d’istinto, e ha rappresentato il punto di non ritorno: ok abbiamo reso NefeshCoriana questa canzone. Andiamo avanti! E così poi in studio, grazie al sapiente lavoro di Luigi Scuderi, nostro sound engineer anche lui come noi cultore della musica di quegli anni, Lullaby ha trovato la sua dimensione sonora completa! E noi siamo oltremodo soddisfatti di ciò che abbiamo realizzato.
03. Parliamo un po' di come è andato in generale il vostro album di debutto, "Getaway".
Ghigas: Getaway è uscito in piena pandemia. Avevamo firmato il contratto di distribuzione e di promozione poco prima che esplodesse e che il mondo entrasse in lockdown. Per cui è stato praticamente impossibile promuoverlo come avrebbe dovuto essere e come avremmo voluto. A corredo dell’album abbiamo realizzato due videoclip e un paio di lyric video che ci hanno aiutato molto a far girare l’album, in quei mesi di assoluta incertezza e nell’immobilitĂ generale. Gli ascolti sulle piattaforme di streaming hanno dato un buon riscontro, ma ovviamente è mancato l’aspetto promozionale piĂą importante, ossia quello del live. A quel punto non abbiamo potuto far altro che continuare a scrivere nuovi brani, il che ci consente oggi di aver materiale sufficiente per un secondo album. Dal nostro punto di vista, Getaway rappresenta veramente il nostro “primo figlio”: è un album identitario a tutti gli effetti, una sorta di “statement” della linea artistica dei Nefesh Core. Per noi, una pietra miliare della nostra storia.
04. State lavorando a del nuovo materiale e cosa dobbiamo aspettarci di diverso rispetto al vostro debutto?
David: Come ha appena detto Ghigas, in pratica dall’uscita di Getaway non abbiamo mai smesso di scrivere nuove canzoni. Oggi Siamo praticamente pronti a realizzare il secondo album potendo scegliere tra molte opzioni. Non possiamo svelarvi nulla, ma i brani sono molto belli, rappresentano un ulteriore passo avanti rispetto a quanto abbiamo realizzato finora, soprattuto sul versante degli arrangiamenti e del mix sonoro. Credo che, nel suo insieme, il prossimo album suonerĂ piĂą metal. Il contributo di Andrea e di Bob è stato importante da questo punto di vista. Ci siamo impegnato molto in studio tutti insieme a rifinire quanto avevamo appuntato prima del loro ingresso e il feeling che è nato è quello giusto! Le atmosfere di questo album Nefesh Core n.2 mantengono intatto il legame con quelle di Getaway, i punti cruciali della nostra visione del mondo, della vita e dell’arte sono rimasti ben saldi. Siamo certi sarĂ un grande album!
05. Siete una band che ama suonare dal vivo? E al momento state suonando o pianificando qualche data importante?
Bob: Certo che amiamo suonare dal vivo! Abbiamo tutti molti anni di performance sul palco a vario titolo e, sia umanamente che professionalmente, non vediamo l’ora di fare conoscere i Nefesh Core alla gente! Come giĂ detto, le contingenze mondiali della pandemia e gli effetti che queste hanno avuto nei 2 anni successivi per il mondo del music business sono stati intensi ed hanno, per forza di cose, penalizzato le realtĂ emergenti (e non solo…) Non è da molto tempo che gli organizzatori si sono riusciti a mettere a pari con gli impegni presi a ridosso del lockdown poi giustamente messi in stand by, e per anni non c’è stato il minimo spiraglio per far si che band come i Nefesh Core potessero trovare spazio per esibirsi dal vivo. Oggi stiamo tornando ad una sorta di normalitĂ . Quello che stiamo facendo adesso è prepararci al meglio per iniziare a suonare dal vivo dal prossimo autunno, anche grazie al supporto della nostra agenzia di promozione che si sta impegnando alla grande!
06. Come definireste il vostro stile musicale?
Andrea: Siamo una rock band che si nutre del dark degli anni 80 e del gothic metal degli anni 90. Ascoltare Nefesh Core significa fare un viaggio, vivere una esperienza, partire da un ricordo per sconfinare in una visione surreale dell’esistenza. Ci viene chiesto cosa significhi “dark” per noi, cosa significhi “gothic”. Noi abbiamo questa precisa visione: oscuro è il punto di vista di chi sceglie di osservare solitariamente il mondo ed il tempo, per capirli forse piĂą nel profondo, da una posizione che consente di vedere meglio i dettagli di ciò che è illuminato; oscura è la malinconia della soffitta, l’angolo remoto nel quale, tra polvere e ricordi, possiamo trovare una foto che ci ricorda una gioia oppure un dolore; oscuro è ciò che non vogliamo ammettere di noi stessi, quell’aspetto di noi che non accettiamo, del quale ci vergogniamo, la malinconia di una scelta o di una rinuncia; oscura è la vita ai margini della societĂ , il rifiuto ed il senso di smarrimento che si prova ad essere abitanti di confine; oscuro è il cuore di un chi combatte i propri spettri. Questi elementi e tanto altro ancora vivono nelle nostre canzoni. Questa è l’anima gotica che permea le nostre composizioni.
David: Si Andrea a sintetizzato molto bene. Esiste cioè un legame indissolubile tra musica e vita, nelle nostre canzoni, ed è un legame che si rafforza man mano che ci avviciniamo al “Core” dell’esistenza stessa. Dark / gothic, non è solo malinconia, desiderio di solitudine, e meno che mai depressione: a volte è ironia e parodia della vita, è strappare una risata, anche se amara. Dark e gothic music, sanno essere poesia.
07. Parlateci del vostro usuale processo compositivo.
Bob: Con Nefesh Core abbiamo riscoperto, in realtĂ non l’abbiamo mai perduta, la bellezza del produrre musica in modo analogico. Registrare in studio, con microfoni veri, fare i conti con il concetto di “irripetibilitĂ ” delle cose, ha un valore inestimabile, ti costringe a metterci grande impegno, rispettare i tempi, richiede idee chiare e capacitĂ tecniche non indifferenti. Abbiamo riscoperto il bello dell’imperfezione, ci siamo riappropriati dei concetti di “tolleranza” e del potere ineguagliabile del “buona la prima”, del primo impatto, del suonare “di pancia”. In genere David e Ghigas in studio costruiscono la linea portante del brano, la melodia della voce principale e l’impalcatura ritmica nel suo insieme. Poi con Andrea e me, lavoriamo sul perfezionamento degli arrangiamenti e sulla scelta dei suoni e sulle rifiniture ai testi. Ci divertiamo insomma!
08. Dove volete far arrivare i Nefesh Core? Insomma, qual è il vostro obiettivo da raggiungere?
Ghigas: Al cuore della gente, al cuore di chi ama il rock e il metal nelle loro sfumature anche piĂą oscure. A chi ama la musica di qualitĂ e che supporta la musica inedita, originale. Vogliamo “esserci” nella storia del rock, e ci siamo. Le proporzioni di questo esserci contano sì ma fino a un certo punto. Siamo musicisti ed artigiani della nostra arte, le nostre canzoni sono la nostra ereditĂ spirituale e siamo riusciti a farle vivere. Non vogliamo fermarci mai e continuare a emozionarci per quello che siamo in grado di creare. Un artista vero, non si pone obiettivi, ma ha la necessitĂ vitale di essere se stesso. La sua arte parla per lui. E per noi è uguale. Se poi riusciamo ad essere anche “straconosciuti”, beh meglio! Alla luce della tendenza attuale ed in tutta onestĂ ci chiediamo, ma la gente non è stufa di ascoltare continuamente tribute e cover band?
09. Parliamo delle vostre influenze musicali e che peso hanno avuto per la musica dei Nefesh Core.
David: In questi mesi andando a leggere le valutazioni di alcuni “addetti ai lavori”, parlando dei Nefesh Core si fa riferimento a band come i Paradise Lost, i Sentenced, e i Moonspell. Fermo restando che si tratta di band che hanno scritto e stanno scrivendo canzoni memorabili, in realtĂ personalmente posso dirti che non sono band che appartengono ai miei ascolti abituali, diciamo così. Altri hanno sentito influenze e richiami ai Depeche Mode e questo ha in effetti piĂą senso, perchĂ© sono una band che come The Cure mi e ci hanno “musicalmente” attraversato. Io in realtĂ provengo dal metal tecnico o iper-tecnico di band come Annihilator, Megadeth o dello stesso Malmesteen e come tastierista mi vedo piĂą vicino ai Dream Theater dell’era “Kevin Moore”. Fanno inoltre parte del mio personale background compositivo, i Toto ad esempio ed il metal estremo dei fratelli Cavalera (Sepultura, Soulfly e Camera Conspiracy), per dire. Quindi come vedi c’è tutt’altro che dark metal nel miei “riferimenti”. Quello che scrivo lo sento originalmente mio. Sono gli altri che sentono l’influenza di questo e quell’altro artista, nelle nostre canzoni.
The Ghigas: I Nefesh Core sono un’espressione, secondo me, fortemente originale. Io sono cresciuto, come Bob, e lui può confermare, nel pieno dell’era del grunge. Alice In Chains e Soundgarden sono nelle mie “corde” piĂą che i Paradise Lost, in realtĂ . Ed inoltre ho ancora meno legami con la dark music, e mi sento piĂą vicino alla musica elettronica degli anni 70-80 che alla New Wave in senso stretto, alla quale sono legato piĂą sul piano tecnico che “musicale” in senso lato. Inoltre sono cresciuto, come Bob, e lui può confermare, nel pieno dell’era del grunge. Alice In Chains e Soundgarden sono a tutt’oggi un mio riferimento piĂą che i Paradise Lost o i Sentenced, due grandi band ovviamente. Quindi a onore del vero, anche io posso dirti che il riscontro di una qualche influenza in Nefesh Core da parte di queste “dark” band sta piĂą nelle orecchie di chi ascolta che non nelle nostre. Ma va bene così, dai!
10. Un saluto, concludete come volete.
David: Beh che dirti! Grazie per questa intervista e per il supporto alla nostra band. Ringraziamo tutti i lettori di Hot Music Zine, lanciando un messaggio di ottimismo: ragazzi, sostenete chi fa musica originale! Speriamo di potervi presentare i Nefesh Core dal vivo quanto prima. Vi stupiremo!
Stay dark.
Ciao!
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