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STORMKEEP "Tales of Othertime" (Recensione)


Full-length, Ván Records
(2021)

Ragazzi, giovani e meno giovani, che vi approcciate a suonare al giorno d’oggi Epic Black Metal, munitevi di carta a penna, pronti a prendere appunti, perché qui abbiamo una lezione di quelle magistrali: guardando la copertina, pensai ad un gruppo Power Metal sinfonico, ma di quelli col baricentro spostato verso la pop music, ma mai prima impressione si rivelò più sbagliata: da Denver, Colorado, abbiamo una pozione magica preparata con una base di Dissection, un bel concentrato di Emperor, qualche spruzzo di Summoning e un pizzico dei primissimi Dimmu Borgir.

Capito l’antifona? Un nostalgicamente perfetto Black Metal, che sorpassa le più elevate aspettative, spiccando per una scrittura impeccabile! Brani fenomenali dalle melodie calibrate con gusto squisito, momenti sorretti da fulminei blast-beat che si riversano in rallentamenti a volte dal sapore classicamente heavy metal… sezioni atmosferiche inserite in maniera magistrale nella struttura dei brani, sempre complessa, con innumerevoli “stanze” musicali che caratterizzano ogni frammento compositivo.

A parte i due brevi interludi Dungeon-Synth, su cui non mi esprimo, data la mia insofferenza (e anche ignoranza) nei confronti del genere, il resto e un magnifico esempio di come si possano riportare ai nostri tempi sonorità classiche, che si rifanno a suggestioni fantasy e medievali: un viaggio nel tempo a più livelli, senza però il rischio di annoiarsi durante il tragitto! Minutaggio contenuto nei limiti dell’assoluta ragionevolezza (vero, Stormruler?), così da invogliare a ripartire non appena si arriva a destinazione.

Appena quattro brani, tutti di durata considerevole, ma che non risultano mai forzati, pieni come sono di soluzioni stilistiche variegate, seppur sempre nel reame del vintage, e melodie sempre, proprio sempre azzeccate. Prendete nota, signori miei, perché così sì scrive dell’ottimo Black Metal epico, anzi: così si dovrebbe fare Heavy Metal in generale, anzi, la Musica, nella sua totalità! Questo susseguirsi di fraseggi melodici sempre tesi a risolversi in altre melodie, e così fino alla fine, vi porta a consumare il disco senza avvertire lo scorrere del tempo.

Un incantesimo, questa volta davvero recitato ad arte, diversamente dall’EP di debutto, “Galdrum”, notevole, ma con una produzione che faceva quasi svanire la voce dal mix: un errore che qui non si ripete, avendo anche la cura di presentare uno scream adeguato, mai sforzato o strozzato, alternato a cori che a me han fatto ricordare tanto “Anthems to the Welkin at Dusk”, e con questo riferimento possiamo anche andare tutti in pace!

Recensore: Luke Vincent
Voto: 90/100

Tracklist:

1. The Seer 
2. The Citadel 
3. A Journey Through Storms 
4. The Serpent's Stone 
5. An Ode to Dragons 
6. Eternal Majesty Manifest

Line-up:
Phantom Emperor Nebula Husk - Bass
Tyrannos Apokteino Skiophonos Stormward - Guitars
Lord Dahthar the Abyssic - Keyboards
Grandmaster Otheyn Vermithrax Poisontongue - Vocals, Guitars, Keyboards
Count Victor Wolfsblood - Drums

Links:
Bandcamp
Bandcamp #2
Spotify

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