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Intervista: GREAT MASTER


Abbiamo intervistato gli storici power metallers italiani Great Master, che hanno marcato il 2023 con un ottimo e ambizioso concept album intitolato "Montecristo". Risponde alle nostre domande Jahn Carlini, uno dei due chitarristi della band e membro storico della formazione

01. Ciao, parlateci del vostro ultimo album, "Montecristo"!
Ciao Hot Music Zine! Montecristo, il nostro ultimo lavoro è un concept album basato sul romanzo di Alexander Dumas “Il Conte di Montecristo”, un’opera che è da sempre tra le mie preferite.
Con Montecristo abbiamo deciso di alzare l’asticella e di migliorarci ancora facendo tesoro dei suoni e delle registrazioni fatte con Skull and Bone e Thy Harbour Inn. E’ stato un lavoro che ci ha tenuti impegnati per quasi un anno tra composizioni e registrazioni ma alla fine la produzione realizzata da Simone Mularoni ai Domination Studio ci ha completamente appagati e la critica ci ha dato ragione riconoscendo Montecristo come una delle migliori uscite del 2023.

02. Come e quando nasce la vostra band? Arrivavate già da precedenti esperienze musicali?
La band è nata a metà degli anni '90 su mia idea e con l’aiuto di amici, ma qualche anno dopo il progetto si fermò. Ufficialmente siamo tornati attivi dal 2009 con "Underworld", la prima uscita ufficiale della nostra discografia edita da Underground Symphony. La line-up è cambiata spesso nel corso degl’anni perché non è semplice dedicare tempo e energie alla musica, io sono l’unico superstite del quintetto iniziale. Tuttavia da alcuni anni la line-up si è finalmente stabilizzata grazie a persone molto competenti e volenterose che come il sottoscritto hanno la possibilità di dedicarsi alla loro passione, la musica. Ognuno di noi viene da esperienze musicali completamente differenti, chi dal rock, chi dall’ hard rock e per fortuna il metal ha fatto da collante tra tutti noi, infatti ci accomuna molte band che seguivamo da ragazzi.

03. Come è nata la collaborazione con Underground Symphony?
Ricordo che inviai alcuni mp3 a diverse etichette e Underground fu la prima a rispondere entusiasta riguardo ad essi. Le uniche cose che ci chiese era di avere un master più professionale e una grafica all’altezza dell’uscita. Mi trovai completamente d’accordo con le richieste e accettai subito. Da quel momento è nata una grande amicizia tra me e il label manager Maurizio Chiarello che continua tutt’oggi e non passa giorno senza sentirci per scambiarci qualche opinione/pensiero riguardo band e etichetta.

04. Forse è presto per parlare di nuova musica, ma state per caso componendo qualcosa di nuovo e come pensate che suonerà?
Al momento non siamo ancora a lavoro col nuovo materiale anche se c’è qualche idea che stiamo valutando. Attualmente siamo impegnati con la fase live di Montecristo che vogliamo far conoscere a molti che ancora non lo han sentito. Capita spesso che dopo un'esibizione riusciamo a portar dalla nostra nuovi fan e follower che dopo averci fatto i complimenti per musica e show decidono anche di acquistare il disco dal nostro stand del merchandise.


05. La vostra musica sembra attingere dalla classica tradizione power. Come mai questa devozione verso questo genere?
E’ nato tutto nei primi anni del 2000 quando decisi di tornare al metal che avevo momentaneamente lasciato in sospeso. Al tempo ascoltavo epic metal e conoscevo il filone del power teutonico. Questo genere nelle figure di band come i Running Wild ma non solo, riuscì a farmi aggiungere quel qualcosa che mancava al mio metal classico. Fu proprio in quel momento che cominciai a scrivere il primo album. Un album che ritengo ora molto crudo ma è stato un’inizio e con i successivi album lo stile della band è migliorato fino a giungere a giorni odierni con un disco come Montecristo di cui sono molto soddisfatto. Ovviamente il merito non è solo mio ma di tutti quelli che hanno contribuito al lavoro.

06. Credete che nel 2024 finalmente il metal italiano abbia il suo giusto riconoscimento? E in caso contrario, cosa pensate che manchi alla nostra Nazione rispetto ad altre?
Il metal italiano è molto considerato nel mondo, ho avuto modo di capirlo nel corso degl’anni. Tuttavia le band italiane per crescere hanno bisogno di grossi nomi della discografia che hanno la capacità e le finanze per far ciò .Oggi solo una manciata di band hanno questa possibilità. Ci sono molte altre band valide che per una questione di numeri non riescono ad entrar a far parte di queste grandi compagnie e quindi viene mancare loro la possibilità di raggiungere grandi esposizioni per crescere a far conoscere sempre più il loro nome e la loro musica al grande pubblico.

07. Quali sono le band che più vi hanno influenzato e quelle che ancora vi influenzano?
Personalmente sono cresciuto con gli Iron Maiden di cui sono ancora oggi un grande estimatore. Però scoprii l’epic metal e rimasi affascinato da queste epiche melodie, da band come i Manowar dei primi album, dai Warlord e dai Bathory della fase epic-vinking. Poi arrivò la svolta col power teutonico grazie a band come i Running Wild, Helloween, Gamma Ray, Stratovarius.
Molte band sono comuni con gl’altri ragazzi ma se vogliamo aggiungerne qualcuna in più potrei citare per loro Savatage, Angra, Kamelot….

08. Abbiamo finito, lasciate un ultimo messaggio ai nostri lettori!
Grazie Hot Music Zine per il supporto. Invito chi ancora non ci conosce a seguirci sui nostri social Facebook, Instagram, Youtube ma anche spotify o bandcamp per ascoltare la nostra musica. Ogni link può essere trovato partendo dal nostro sito web www.great-master.com.

Intervista a cura di Marco Landi

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