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GILIATH "Sephiroth" (Recensione)


Full-length, Nova Era Records
(2024)

Puglia, quindi sole splendente e bellissime spiagge, ma come ben sappiamo con la vicina Grecia, queste caratteristiche possono proiettare sulla sabbia rovente ombre nerissime: anche quell’astro che elargisce vita a tutti noi, può presentare la sua duplice natura di dispensatore di morte, di siccità, ostile alla vita e in grado di rendere ostile la vita, con le foglie delle piante che diventano spine acuminate pronte a graffiare e pungere la carne. Luce e dolore, legati dalla causalità, per cui nulla è intrinsecamente tutto positivo o negativo: ciò che viene donato con una mano, può essere sottratto con l’altra: non pensate che i soli scenari scandinavi, con foreste innevate, inverni rigidissimi e oscurità che perdura per stagioni intere, possano ispirare un’arte come quella del Black Metal! Questo debut album dei Giliath, fin dal logo e dalla copertina naturalistica in rigoroso bianco e nero, ci rimanda al Black Metal scandinavo, direi più precisamente di impronta svedese, senza quindi guardare al più vicino esempio dello stile ellenico, ben poco praticato fuori da quei confini, a differenza, mettiamo, di quello finlandese, che pur nascendo in un territorio ben delimitato, sembra ormai espandersi un po’ ovunque! Anche la variante svedese è sempre stata ben “esportata” in giro per il mondo, e i nostri pugliesi la interpretano col giusto piglio: innanzitutto, non si esagera con il metronomo e non si insiste sempre sul blast-beat e sul tremolo-picking delle chitarre! La tecnica esecutiva, e la qualità compositiva, non sono mai strabordanti.

Diciamo che sotto questo aspetto si va proprio al cuore del genere, ovvero alle melodie minimaliste e ai pattern ritmici abbastanza essenziali, senza particolari giochi di accenti o contro-tempi; la produzione è adeguata a questo particolare stile di Black Metal, quindi non avrete un assalto di frequenze alte riverberate e lo-fi da scantinato, ma qualcosa di pulito e affilato, senza però esagerare con la post-produzione. Quando c’è da sfoderare la chitarra solista, o quella acustica, per i passaggi più melodici o atmosferici, lo si fa senza strafare mai: non abbiamo quindi né il continuo richiamo atmosferico dei Vinterland, né le continue melodie soliste e armonizzate dei Dissection, e nemmeno la furia cieca e da blast-beat perenne di certi Marduk o dei Setherial di “Hell Eternal”. Tutto è dosato, calibrato: forse proprio per questo non spicca particolarmente, né in negativo, perché c’è ben poco di cui lamentarsi, ma nemmeno in positivo: è un classico Black Metal svedese ben realizzato, che prende tutte le caratteristiche del genere originale e le propone in una forma contenuta, senza sbilanciare nulla a discapito di qualcos’altro: le screaming vocals sono assolutamente efficaci, con un’impostazione più grave rispetto alle timbriche acide e stridule di molti, che talvolta non riescono a gestire quella forma espressiva a dovere, e scivolano nel ridicolo.

La band si presenta a noi senza scelte sceniche sopra le righe, quindi non avremo face-painting, spade e borchie a bizzeffe: alcune band, giustamente, non ne hanno bisogno, pur ripescando da sonorità che potrebbero richiamare a quell’impianto estetico! Sono scelte che spettano ai singoli artisti, nessun giudizio da parte mia: è qualcosa che cito a onor di cronaca, non è oggetto di valutazione, ci mancherebbe! Quel che valuto, invece, è la durata del disco, che arriva giusto al limite massimo di tollerabilità, ovvero 45 minuti, laddove l’ascoltatore ha potuto mantenere alta la concentrazione per tutta la tracklist senza fatica: i brani sono abbastanza omogenei, senza alti eclatanti o bassi sconfortanti, e ci va benissimo così!

La proposta dei Giliath è chiara, a suo modo semplice e genuina, quindi posso solo consigliare di lavorare un pochino di più sul taglio melodico, che deve essere più incisivo e memorabile, senza per forza sconfinare in chissà quali tecnicismi e barocchismi: conosco bene il genere e serve solo essere asciutti e pungenti! C’è già tutto, basta solo un piccolo sforzo in sede compositiva e ci aspetteranno cose davvero notevoli!

Recensore: LV-426
Voto: 7/10

Tracklist:

1. Hail Giliath
2. Shining More Than Light 
3. Pray of the Storm 
4. Sefiroth 
5. Where Shadows Are 
6. You'll Still Be 
7. Let'em Burn Again
8. I Am Alive 
9. Ascension

Line-up:
Dario Stella - Voice
Alessandro Dionisio - Guitar
Domenico Devito - Guitar
Vito Volpicella - Bass 
Lorenzo Chiafele - Drums

Links:
Facebook: https://www.facebook.com/giliathband
Instagram: https://www.instagram.com/giliath/
Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/artist/3td554Gya0lQTFRJtXD6vU?si=591tvgY4Tva7XogxZRQG4A

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