RADIO 8 "Disconnect" (Recensione)
Full-length, Autoprodotto
(2023)
I Radio 8 sono una band hard-rock originaria di Frosinone, questo in recensione è il loro album d’esordio che arriva dopo due Ep, "Radio hate" nel 2018 e "Live at Pentatonic" del 2020. Ora la band si lancia in questo “Disconnect”, album corposo di tredici tracce per una durata di circa cinquanta minuti.
La prima traccia, "Radio Hate" irrompe nelle casse dello stereo con andamento scanzonato e ruspante; ritmi allegri ma mai soverchianti, quello che permea è il divertimento e la leggerezza nel fare musica, "Memories" è decisamente più posata e sobria, a tratti cerebrale con la sua batteria cadenzata ed il riff di chitarra ficcante. La voce è moderata, il tutto suona bene, il ritornello ha il suo perché. Sui due minuti e cinquanta il bel solo di chitarra spacca la canzone, che poi parte con impeto fino alla fine. "Party": non c’è festa se non c’è l’ambulanza….ed ecco le sirene ad aprire la terza traccia, qui ci si diverte alla grande. Il brano ha quasi un andamento punk, meno marcato, ma ci si avvicina molto. "Unrest" invece parte sulla falsariga della seconda traccia, con batteria potente e riff di chitarra spinto, per poi simpaticamente “sbracare” con i coretti tipici di un hard rock d’altri tempi. Devo ammettere che il muro sonoro messo in piedi dai simpatici laziali è davvero impressionante, l’assolo di chitarra al terzo minuto supportato dalla batteria è davvero soddisfacente.
"Woman", la quinta traccia, è votata al rock più delicato e suadente tranne per il ritornello dove si spinge forte sull’acceleratore, ed anche qui le reminiscenze punk tornano a farsi sentire soprattutto sul finire. "Highway" è uno dei singoli tratti dal disco in recensione; duro, diretto e profondamente rock, voce tirata e basso e chitarra sempre con le corde tese, la batteria è monolitica ed i virtuosismi si sprecano, un brano bello cazzuto. "Lullaby", brano che come "Radio Hate" e "Party" era già sul primo ep della band, ma questa era quella che davvero mi aveva impressionato di più per l’intro delicato e passionale, poi per la rabbia che viene espressa, una traccia da ascoltare e davvero sembrerà di assistere al volo di una libellula...compresa la tristezza del finale. "WarDog" si apre con il grugnito di un cane, poi il basso e la batteria all’unisono, che spettacolo! La voce è aggressiva e la chitarra graffiante. Piacevole è la voce che durante il ritornello simula il quadrupede, un brano simpatico che non può che non incuriosire l’ascoltatore. Ed ecco spandersi dalle casse "Raise", la nona traccia, delicata e sobria con un bel ritornello in grado di rimanere nel cervello come se fosse scritto con il pennarello indelebile, traccia molto raffinata che si discosta molto dal ruspante ascoltato nelle tracce precedenti, ma che sicuramente aggiunge valore ad un album fin qui davvero ben realizzato.
"Loser’s Victory" come le due successive sono anch’esse presenti sul primo ep. Qui si ritorna al puro divertimento musicale senza se e senza ma…Un pezzo che a malincuore non mi dice un bel nulla, anzi diventa quasi stucchevole. "Still Here" va molto meglio, la batteria è prepotente e la chitarra non si fa attendere ed entra a gamba tesa. Un bel brano rock a tratti hard. Anche qui il ritornello è iper melodico ed il riff di chitarra che lo supporta e davvero catchy e piace un sacco...La penultima traccia è "Call your name": gli effetti di chitarra e batteria usati per questa canzone sono davvero interessanti, brano non esageratamente cattivo ma in confronto ai precedenti è decisamente "spesso" ed ha un carisma incredibile. "Colors" è la traccia finale del disco, bella lanciata e carica a bomba e con ritornello entusiasmante. Sui due minuti il solo di basso e la cavalcata di chitarra e batteria rendono tutto davvero molto interessante ed è un vero godimento per le orecchie, finale scoppiettante quindi per questo album.
Considerazioni finali:
Nel complesso i cinquanta minuti passati in compagnia della band laziale sono stati piacevoli. E' ovvio che per chi è portato verso sonorità estreme troverà l’album un po’ leggerino, ma chi ha piacere di passare un’oretta di leggerezza è un ottimo album. La produzione del full-length è sicuramente sopra la media tanto che gli strumenti si sentono con chiarezza ed ognuno trova il suo climax. Quindi, se vi piace la musica intesa come divertimento e relax, questo è il disco per voi, se amate blast-beats e botte da orbi, lasciate perdere.
Voto: 7/10
Tracklist:
1. Radio Hate
2. Memories
3. Party
4. Unrest
5. Woman
6. Highway
7. Lullaby
8. WarDog
9. Raise
10. Loser’s Victory
11. Still Here
12. Call your name
13. Colors
Line-up:
Devis Alviani - voce
Ezio Zeppieri - basso
Enrico Cinelli - chitarra
Andrea Pandolfi - batteria
Pasquale Del Brocco - chitarra solista
Links:
Spotify
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