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PADUS "Oscuramenti" (Recensione)


Full-length, Independent
(2022)

Il nostro MZ sembra averci proprio gusto col suo progetto Padus. Dal 2019 al 2022 ha pubblicato sei album e un ep, ovvero una tabella di marcia che nemmeno le band degli anni Settanta riuscivano a seguire! Detto della prolificità di questo artista, parliamo un po' di questo nuovo album, intitolato "Oscuramenti". Anche in questo caso parliamo di un album incentrato sul basso elettrico e su una visione del doom/dark ambient molto particolare, proprio in virtù del fatto che non vi sono le solite chitarre a dettare legge ma solo riff di basso, drum machine e synth. Come da tradizione per Padus, anche stavolta abbiamo un album fondamentalmente oscuro e cupo, un qualcosa che prende e trascina sempre più in basso. Proprio questo aspetto è accentuato da tanti episodi strumentali, che costituiscono praticamente la metà della tracklist grossomodo. 

E' davvero particolare comunque questo progetto e resta al di fuori di ogni rigido schema. Voce narrante austera e riverberata, basso dirompente e poi tutta una serie di elementi che rendono speciale ogni album di Matteo Zanella (questo il suo vero nome per esteso). Inutile citare sempre i soliti numi tutelari del doom per inquadrare Padus. sarebbe una scorciatoia troppo di mestiere per noi scribacchini e non si farebbe giustizia alla musica di Padus, che è un faro di originalità in mezzo ad un mare di produzioni tutte uguali e tutte plasticose. Qui invece abbiamo il sapore delle cose fatte in casa, e crediamo che l'album sia stato realizzato proprio tra le mura domestiche dello stesso Matteo, e si sente. Non ci sono virtuosismi qui, non ci sono suoni levigati e non vi è l'ambizione di "sfondare". Solo tanta voglia di creare e di trasportare l'ascoltatore nel mondo di Padus, artista a 360°, perchè l'immagine di copertina è presa da un suo dipinto, in quanto lui è anche un ottimo pittore e i suoi album riportano sempre le sue visioni su tela.

Disco come sempre non semplice quindi, sperimentale nel vero senso del termine. Probabilmente se si dovesse dare una collocazione a Padus, più che citare gente come Black Sabbath et similia, sarebbe più opportuno citare quella scena degli anni Settanta che vedeva in artisti come Paul Chain i massimi esponenti di un movimento che è ancora da esempio per molti. Consigliato di sicuro questo album, ma non per tutti.

Recensione a cura di Marco Landi
Voto: 8/10

Tracklist:
1. Antro
2. Baptisterium 
3. Crusta lunaris
4. Diaconomicon
5. Funerale su Andromeda 
6. Gli spettri 
7. Invasione ed assalto 
8. La bara nera 
9. Lucifero 
10. Megera 
11. Profanatio in loco

Line-up:
MZ - Drum programming, Vocals, Bass, Organ

Web:
Bandcamp
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