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BIOSCRAPE "Hell Of Reality" (Recensione)


Full-length, Ghost Record Label
(2022) 

Qualche anno fa ebbi la fortuna di recensire l’ep di una bella band cazzuta di Biella, i Bioscrape, e devo dire la verità, ho avuto modo di ascoltare qualcosa di veramente nuovo e fresco, decisamente dirompente. Ora questi ragazzoni piemontesi propongono il loro nuovo album sempre promosso dalla simpatica Ghost Record Labe. Sono curioso di sentire se Jack (voce), Simo (chitarra e basso), e V (batteria), hanno aumentato ulteriormente i giri del motore con questo nuovo "Hell Of Reality". Il disco parte fortissimo con "Post Empathy": chitarrone massiccio e batteria tonante, la voce è grossa, sound super pompato. Mi piacciono rabbia e cattiveria, e qui c’è tutto… I ritmi sono altissimi, orientamento molto death-metal e pare di essere finiti in un tritacarne. Si prosegue con "War of Illusions", e qui invece il preludio è votato all’industrial. Suoni molto infettati dall’elettronica, poi si parte per la tangente, i ritmi si impennano e la voce diventa un growl malato ed astioso. Brano particolare perché nonostante sia decisamente cattivo conserva soprattutto nel ritornello un po’ di melodicità, ed anche per alcuni rari e sporadici momenti di quiete. Per il resto….si contano i morti.

"Obedience" è la terza traccia, ed è come un cazzotto in volto, un death metal molto americano con delle punte core (non mi picchiate) che ne inaspriscono ulteriormente le movenze. Non si può che non notare quanta incazzaturura ci sia dietro a pelli e chitarra, il basso rimbomba e la voce è quella che consolida il tutto. Al minuto terzo abbiamo una lieve digressione riflessiva poi sono nuovamente randellate. Ragazzi come mi piace recensire album del genere. Diretta conseguenza a questa traccia è la prossima "My Venom", che inizia nuovamente in modo prepotente, la voce è quasi in clean, ma solo in modo marginale. Infatti il mood generale è il growl massiccio e senza fronzoli, brano estremamente impattante che non può non piacere agli amanti del genere. Interessante il passaggio sui due minuti e trenta, dove solo batteria e chitarra arzigogolano in modo decisamente singolare. 

"Slaves of a Synthetic God" è la quinta traccia, l’inizio è quasi una preghiera e poi un macigno di batteria e chitarre scende dal cielo, un brano che non lascia spazio all’immaginazione, sembra un carro armato, investe l’ascoltatore con tanta potenza da lasciarlo stordito. Bello il ritornello melodico al punto giusto, "Unscarred" invece parte con la batteria che ha le fattezze di una grossa mitragliatrice accompagnata da una chitarra rabbiosa, i ritmi sono più cadenzati rispetto alla traccia precedente, anche se man mano che passano i secondi ci sono delle fiammate che modificano l’andamento generale. Mi piace un sacco come pompa dalle casse dello stereo riempendo tutto lo spazio sonoro disponibile. L’uso dell’elettronica è riservato solo in modo marginale ma si sente, interessante il solo di chitarra sui tre minuti circa. Di "Global Masquerade" è stato fatto un video visibile in rete, guardatelo! Per il resto sono sempre mazzate, il lavoro del batterista è mostruoso, il chitarrista fende il muro creato dalle pelli ed il tutto diventa sovverchiante, il cantante si erge sempre in modo estremante valido e diventa determinante per il risultato finale.

"Sin of Conformity" è la penultima traccia di questo devastante album dei Bioscrape, ritmi altissimi e grinta da vendere, gli stop & go della batteria e chitarra sono come degli schiaffoni, il brano non è lunghissimo ma decisamente astioso. Questo bel dischetto si conclude con la nona traccia dal titolo "Infodemic", che dopo una breve intro parte in modo spasmodico ed incalzante, come del resto tutto il disco. Anche qui i ritmi sono vertiginosi, sul ritornello si può forse parlare di melodia...ma è un azzardo, tutto è cadenzato e settato per fare male all’ascoltatore.

Considerazioni finali:
Devo ammettere che i Bioscrape non hanno perso lo smalto dell’ep passato e sono sempre sul pezzo, proponendo un album di una potenza titanica che sfonda i padiglioni auricolari. Poca o nulla l’elettronica, ottima la produzione, come sempre…Un disco questo che per chi ama il metal ,deve essere nella collezione, perché è un disco che se ascoltato più volte scopre piano piano le sue carte, lasciandosi apprezzare per tutte quelle sfaccettature che da un ascolto singolo non possono emergere.

Recensore: Igor Gazza
Voto: 8,5/10 


Tracklist:
01. Post Empathy
02. War of Illusions
03. Obedience
04. My Venom
05. Slaves of a Synthetic God
06. Unscarred
07. Global Masquerade
08. Sin of Conformity
09. Infodemic

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