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ANGERFISH "Unbounded" (Recensione)


Full-length, Ghost Record Label
(2022)

Si comincia a percepire il calore della primavera inoltrata, l’avvento dell’estate e…..una nuova band da recensire, gli Angerfish, band di Fidenza in provincia di Parma. La proposta musicale è un hard rock/heavy con influenze blues. Questo “Unbounded” è il loro primo album edito dalla Ghost Record Label, sempre molto pronta a scoprire le band locali e a farle conoscere al grande pubblico degli appassionati del genere.

Il disco in recensione è composto da dieci tracce per una durata totale di circa quarantadue minuti, il primo pezzo è "Wishmaker": chitarra ruspante e batteria allegra, la voce è un bel cantato pulito, che durante il ritornello viene supportato dai cori in linea con il genere proposto, il solo di chitarra al secondo minuto è di pregevole fattura anche se di breve durata. Il brano trotterella e rimbalza fino ad arrivare alla fine ed ecco la seconda traccia, "Give and Receive": bel riff di chitarra iniziale, la batteria segue, la voce è aggressiva mentre il basso compatta tutto, il ritornello è iper-melodico. Il brano è decisamente più lungo del precedente, si sfiorano i sei minuti, ma a parer mio, al di la del bel riff iniziale, la traccia, non mi fa saltare dalla sedia. Il solo di chitarra verso la metà della canzone alza leggermente l’asticella, ma il brano rimane abbastanza anonimo e poco carismatico.

"Lion's Roar": atmosfere più grintose e voce ruvida, bel giochino di chitarra che piace davvero molto. Anche qui il ritornello è melodico e rispetto al brano precedente questo risulta avere un maggiore appeal, il tutto suona molto hard-rock. "Out of Trouble" si apre con una batteria molto rotonda e una chitarra affettata, i ritmi non sono sostenuti e cambiano spesso intensità, soprattutto in corrispondenza del ritornello, brano divertente da ascoltare impreziosito da una verve southern rock. La metà del disco arriva con il quinto brano, "Outbreak": inizio molto più metal, ritmi sostenuti e cavalcata di chitarra e batteria. Gli Angerfish creano un muro sonoro importante, poi con delicatezza riportano il tutto a toni più sommessi. L’alternanza di questi due momenti: uno più aggressivo ed uno più “delicato” fanno di questo brano, strumentale, un bellissimo interludio tra i quattro pezzi precedenti e i successivi, infatti giungiamo al sesto brano con "Hard Hitting" con un attacco in perfetto stile hard-rock americano. La voce ha un non so che di particolare che comunque incuriosisce, mi piace il ritornello, mi piace anche come la batteria risulti sempre rotonda e corposa, le chitarre si sentono in modo impeccabile. Il problema di questo brano purtroppo è l’originalità, ha sempre quel fastidioso alone che fa dire all’ascoltatore: ”questo brano l’ho già sentito, cosa mi ricorda…”.

Arriviamo a piè sospinto al settimo brano, "Your Revenge". La batteria inizialmente ha le fattezze di una pioggerellina sul vetro, il basso la congloba e poi la chitarra, i ritmi si infiammano in modo improvviso, per calare gradatamente. Il brano è caratterizzato da svariati cambi di tempo che lo rendono dinamico e molto piacevole, mi piacciono molto i passaggi veloci molto più heavy e rabbiosi, in contrapposizione quelli più tranquilli e sobri. Parliamo ora di ragazze con "Wild Girl": riffone di chitarra, si ode il campanaccio montato sulla batteria, già mi gusta. Rtmi cadenzati, poi la voce, che stilisticamente calza a pennello. Mi piace molto il ritornello decisamente catchy, voce principale e coro. Sui tre minuti ottimo solo di chitarra che soddisfa l’ascoltatore, in genere questo è quello si può definire senza ombra di dubbio un pezzo ben riuscito.

"Beware": piede fisso sull’acceleratore, brano tamburellante, frizzante e soprattutto divertente, le chitarre sono belle tirate, batteria rombante e voce grintosa; melodia e potenza in un piccolo e corto brano, ma di grande impatto. Arriviamo quindi all’epilogo di questo album, con "Rotten"; cavalcata chitarra e batteria con assolo annesso in perfetto stile rock duro, i cori durante il ritornello sono ben congegnati e rendono parecchio così come la voce che in questa traccia rende benissimo, il brano è un po’ ripetitivo nella prima parte, poi si scioglie verso la metà con un lunghissimo solo di chitarra, tutto rallenta e con delicatezza angelica il disco si conclude.

Considerazioni finali:
Non v’è dubbio che le band scovate dalla Ghost Record Label sono sempre delle belle sorprese, ovviamente non sono nessuno per esprimermi sulla bravura della band, il disco suona molto bene, si denota infatti una produzione sicuramente sopra la media che rasenta la perfezione, ogni strumento ha la sua nicchia. Un disco sicuramente consigliato per gli amanti dell’hard rock e per quelli che amano il metal più leggero, un disco easy listening diretto, sincero e “fragrante” con alcuni brani che avrebbero potuto essere resi più originali. Un album che non riuscirà a soddisfare purtroppo i palati degli ascoltatori di metal estremo, i quali lo troveranno decisamente troppo leggero e poco aggressivo. Mi aspetto di più nel prossimo disco, ma per ora...

Recensore: Igor Gazza
Voto: 7/10 

Tracklist:
01. Wishmaker
02. Give and Receive
03. Lion’s Roar
04. Out of Trouble
05. Outbreak
06. Hard Hitting
07. Your Revenge
08. Wild Girl
09. Beware
10. Rotten

Line-up:
Elia Buzzetti – voce, chitarra
Enrico Lisè – chitarra
Alex Petrolini – basso
Roger Steelnöx – voce, batteria

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