DARKPOOLS "Gore" (Recensione)


EP, Ghost Record Label
(2022)

“In finanza, il termine dark pool (o black pools, letteralmente "vasca oscura" o "piscina oscura") indica una borsa elettronica, che può essere alternativa rispetto a quella regolamentata (ed in questo caso si ricorre anche alla definizione anglofona di Alternative Trading Systems), dove è possibile effettuare operazioni in modo anonimo e senza rendere pubblici i prezzi, nonché i quantitativi delle azioni scambiate. Una parte significativa delle transazioni azionarie oggi si svolge proprio all'interno di questi spazi non regolamentati con sede in edifici super protetti , al cui interno file di computer e server, utilizzando complessi algoritmi, regolano il flusso delle operazioni che si svolgono alla velocità di poche frazioni di secondo” (Wikipedia).

Il significato tecnico di Darkpools è quello che potete leggere in un breve sintesi che ho trovato su Wikipedia, non posso sapere tutto, io l’ho trovato interessante. Dal punto di vita strettamente musicale i nostri Darkpools sono una band di Trieste dediti ad un Alternative-metal decisamente aggressivo e poco incline a compromessi di sorta, dove astio ed ira hanno il sopravvento sui ritornelli a volte più melodici a volte meno. Questo primo loro album dura circa ventuno minuti per sette pezzi tirati e cazzuti. Il tutto sapientemente confezionato da Ghost Recod Label.

Il disco inizia in modo cauto con il primo pezzo strumentale con basso chitarra e batteria, dal titolo "Introborn", una intro appunto, poi parte "Gore", la title track, i ritmi sono al fulmicotone con chitarra e batteria allo spasimo, la voce è urlata in stile thrash metal mentre il ritornello molto melodico è in clean. Una mazzata pesantissima che dimostra immediatamente la ferinità dei cinque musicisti; di questo pezzo è possibile vedere il video sul tubo; la terza traccia è "Last Angel". Scordatevi il ritornello melodico, qui si esagera con la potenza, batteria cannoneggiante con al seguito chitarre e basso a formare un muro sonoro mostruoso, la voce è rabbiosa, passa dall’urlato al pesantemente ruvido senza sfociare nel growl. Lentamente i ritmi si abbassano fino ad arrivare alla prossima canzone, "Desire to fire": noise di chitarra e schiaffone iniziale, la voce esplode nelle casse dello stereo, la batteria parte a raffica, le chitarre sono fiammeggianti, il ritornello è nuovamente melodico e rischia di diventare un tormentone. Il risultato è direi fantastico per gli amanti dei sapori forti, anche l’assolo di basso a metà del pezzo rende il tutto decisamente affascinante. 

"Black Moon" è un’altra sferzata di energia. La voce urlata su un velo di batteria e chitarre taglienti è davvero spettacolare, i riff di chitarra sono affilati, anche qui il ritornello è meno melodico che nel pezzo precedente ma molto più impattante sui padiglioni auricolari, sul finire il ritmo diventa sincopato e scoppia letteralmente, la chitarra distorta sul finire della traccia è la cigliegina sulla torta. "Crust" parte sulla falsariga della canzone precedente. La voce in questo caso è grossa ed i ritmi sono in divenire e poi diventano altissimi, il ritornello è quasi un vortice di che trascina l’ascoltatore in una pozza oscura (darkpool). Canzone particolarissima, assolutamente la mia preferita, molto articolata e con tantissimi cambi di tempo, ritornelli melodici e staccate al fulmicotone, cavalcate di chitarra e batteria. "Outrodead" è l’ultima traccia, tutta di sintetizzatore che dura poco più di un minuto e chiude il disco.

Ho finito questi venti minuti di album davvero con il fiatone, tanta è la cattiveria e la bravura espressa in questo disco. Questi cinque triestini hanno creato un disco in grado di trasmettere panico in chi lo ascolta, un disco senza un minuto di tranquillità, tutto tirato e dritto con alcune punte di melodia ma sempre astioso ed aspro. Album super consigliato a chi non ama i fronzoli, gli unitili orpelli che a volte il metal ci ha abituato ad ascoltare. Un disco sincero, vero e devastante; non ci sono parole più appropriate per descriverlo.

Recensione a cura di: Igor Gazza
Voto: 8/10 

Tracklist:
01. Introborn
02. Gore
03. Last Angel
04. Desire To Fire
05. Black Moon
06. Crust
07. Outrodead

Line-up:
Andrea Dean – Voce
Davide Purinani – Chitarra
Angelo Rusalem – Chitarra
Davide Giorgi – Basso e Voce
Michael Bonanno – Drums

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