THE RISEN DREAD "Death From Above" (Recensione)

Full-length, Time To Kill Records
(2025)

Un disco che giunge in sordina, almeno per quanto mi riguarda, perchè non conoscevo affatto questa formazione irlandese! Questo è il loro secondo album in carriera e offre un mix tra vari stili di death metal e il thrash/metalcore moderno. Formazioni come i Carnal Forge, i The Haunted, gli At The Gates, ma anche il death metal più brutale di matrice statunitense sono le cose più presenti in questo album, che dalle prime tracce afferra l'ascoltatore e lo ribalta gettandolo da una parte all'altra, come fosse un match di MMA.

E anche la gabbia usata in quei match potrebbe essere un buon metro di paragone per questa band, anche per il senso di chiuso, di pericolo che viene trasmesso da brani come "The Day I Died" e "In Fear We Trust", che non solo accolgono nelle prime battute del lavoro l'ascoltatore in questo inferno sonoro, ma si rivelano nella loro sinistra melodia espressa da chitarre affilatissime e batteria che non lascia tregua. La situazione è ancora più pesante in "Endgame Symphony", un pezzo brutale oltre ogni limite, che pur restando negli argini di un melodic death metal vecchia scuola, picchia davvero duro dall'inizio alla fine. E il vero death metal arriva più avanti, con "Burn My Angels", dove vengono messe da parte le influenze più melodiche e moderne. Qui avrete qualcosa di non troppo distante da band come Morbid Angel et similia.

Due parole sul riffing di chitarra vanno spese: ebbene, tale William Ribeiro riesce con la sua sei corde ad essere tanto cattivo quanto curato e preciso. Il suo stile pesca anche da certo melodic black metal e questo si sente nel feeling generale del disco. In realtà il tutto potrebbe tranquillamente essere ascrivibile all'antico concetto di melodic death metal, ma dato che ultimamente molte band storiche di questo stile hanno un po' virato su territori diversi, e quindi mandando in confusione molti ascoltatori su quale sia il vero melodic death metal, ci tenevo a rimarcare questo aspetto. Vetta assoluta del disco è "Circle of the Damned" a mio avviso, un brano che sembra prendere le sembianze di una creatura infernale, e questo grazie anche alle voci pazzesche di Marco Feltri, che riesce a destreggiarsi tra scream, growl e altre urla assortite.

Insomma, un disco che piacerà ai fans del vero melodic death metal, ma che inietta in questo genere grandi influssi thrash, hardcore e death metal old school, andando a forgiare qualcosa di disperatamente violento e che non lascia tregua. Un lavoro che ogni fan del metal estremo dovrebbe almeno ascoltare, datemi retta.

Recensore: Marco Landi
Voto: 8,5/10

Tracklist:
1. The Day I Died
2. In Fear We Trust
3. Endgame Symphony
4. Circle of the Damned
5. Azadi (feat. Mustafa Dala)
6. Death From Above feat. Renato Zanuto
7. Burn My Angels
8. A Conversation With God
9. Slay
10. Beyond My Final Breath

Line-up:
William Ribeiro - Guitars
Marco Feltrin - Vocals
Mat Maher - Bass
Marcos Batata - Drums

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