MAREA "The Silence Of Rust" (Recensione)
Full-length, Masked Dead Records
(2024)
Giunge direttamente con un full length questa one man band (che si avvale di un session drummer) della provincia di Milano, capitanata da M. B. e il biglietto da visita è veramente di altissimo livello. Il genere proposto è post-black/depressive con qualche leggera influenza doom, nella scia di acts quali Woods Of Desolation, An Autumn For Crippled Children, Novembre e reminiscenze degli Alcest (prima che questi ultimi diventassero i cloni di loro stessi). Tali influenze sono evidenti sin dall’opener “Riptide Tune”, che si può considerare divisa in due parti, la prima molto diretta, con la voce che alterna vocals sporche e parti più tipicamente screaming, e una seconda giocata su un arpeggio tanto semplice quanto efficace (ennesimo esempio di come non serva necessariamente suonare duecento note al secondo per colpire l’ascoltatore, anzi) e con un basso ben presente.
La successiva “Sidereal” si apre con un riff che rimanda ai Forgotten Tomb di “Love’s Burial Ground” ma contaminata da un’atmosfera rarefatta, che trasporta l’ascoltatore in un incubo ad occhi aperti, per poi trasformarsi in un assalto sonoro che colpisce le orecchie con la delicatezza di un caterpillar. Pur piacendomi, questo brano mi ha colpito un po’meno rispetto all’opener per via di un paio di riff che non mi hanno convinto del tutto. “Chiaroscuro” è un breve intermezzo strumentale, giocato sulla ripetizione delle otto note dell’arpeggio, sostenute dalle oniriche tastiere. A questo brano si adattano alla perfezione le parole utilizzate da M. B. per presentare il progetto Marea: “MAREA riguarda sogni, introspezione, paesaggi desolati, paure più profonde e suoni grevi. Il mare e il cosmo condividono una cosa, pur riflessa al rovescio: l'abisso.”
È poi la volta di “Irreversible”, brano abbastanza lento, di nuovo influenzato dai Forgotten Tomb, in cui la voce gioca un ruolo essenziale. “Rain Colours”, introdotta da un altro delicato e sognante arpeggio, è un altro brano veramente riuscito, in cui compare un accenno di voce pulita vicina a quella dei Novembre. La conclusiva title-track, la canzone più lunga del disco con i suoi dieci minuti di durata, è una summa di quanto proposto da Marea nel corso del disco, col suo incedere dapprima lento e catacombale e il suo passaggio, poi, ad un assalto tipicamente post-black.
Questo “The Silence Of Rust” è un debut con fiocchi, musicalmente ed emotivamente; un lavoro veramente ben fatto, corredato da un’ottima resa sonora, volutamente non cristallina ma che, in ogni caso, mette ben in evidenza ogni passaggio ed ogni strumento. Col giusto supporto, il progetto Marea potrà regalare molte soddisfazioni a M. B. e alla scena italiana tutta.
Recensore: Marco "Wolf" Lauro
Voto: 9/10
Voto: 9/10
Line-up:
M.B. - Guitars, Bass, Vocals, Lyrics, Songwriting
Alessandro Mori - Session Drum
Links:
Spotify
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