Header Ads

VOID "Poem of an Ordinary Man" (Recensione)


Full-length, Nova Era Records
(2024)

Introduciamo questa band con le loro stesse note biografiche, così chi non li conosce può subito entrare nell'argomento, diciamo così: 

"Poem of an Ordinary Man nasce dalla necessità di mettere in musica quel gigantesco avvenimento storico che è il conflitto in Ucraina. Abbiamo iniziato a scrivere la storia di questo uomo la cui vita è brutalizzata dall'esperienza della guerra, proprio due anni fa, al momento dell'invasione. La cosa non è nata per caso perché abbiamo riutilizzato brani che avevano preso vita nel 2014 (The Drone, nato al tempo della guerra in Siria, e The Call) la cui attualità purtroppo non è stata scalfita dal tempo. Il progetto si è sviluppato in maniera molto naturale come un vero concept. Otto capitoli, otto momenti diversi in una storia dove il dolore iniziale per la perdita di un figlio si trasforma nella sofferta speranza per un mondo di pace.

Ecco, quindi si capisce subito che siamo al cospetto di un concept album, e devo dirlo da subito, molto bello. Inizio con il suono del basso che caratterizza la prima traccia "The Drone", semplicemente fantastico! Non che il resto sia da meno ma la distorsione applicata su questo strumento si sposa alla perfezione col lavoro fantasioso del batterista Christian Renna, e poi lascia spazio ad un capolavoro di canzone come "The Call", che è struggente e drammatica e sul finale pone come niente fosse degli assoli di chitarra che mi hanno ricordato quelli di James Iha degli Smashing Pumpkins.

Insomma, in questa band potrete trovare lo stoner ma anche altre derive del rock alternativo, mentre il cantato è un po' particolare, un po' recitato forse, ma comunque Marco Mittica sa donare personalità alla sua interpretazione, questo è sicuro, forse più da bluesman che da cantante di alternative rock, e fa anche il verso al compianto Mark Lanegan degli Screaming Trees in un pezzo come "The Grave". I pezzi comunque non sono quasi mai pestati troppo, come dimostra anche la strutturata "The Pawns" che sembra esplorare maggiormente i territori dello stoner e del desert rock in senso stretto rispetto ad altri episodi.

Un altro pezzo davvero eccellente è "The Fight", che risente molto del retaggio blues su cui si poggia il cantante ma che ha dei momenti davvero potenti e deflagranti, con un lavoro di chitarra eccellente, sopra ad ogni altra cosa. La band comunque riesce ad essere sempre originale, quasi incatalogabile se non con la definizione di rock, e prendete ad esempio un pezzo come "The Mercenary", in questo senso rappresentativo. Questo è un pregio, perchè oggigiorno dischi così caldi, anche nella produzione, così sentiti e così genuini non è facile trovarne. Questo album esprime bene il concept che vi sta alla base e non era un compito facile. Il fallimento poteva essere dietro l'angolo, ma questi "menestrelli" hanno superato alla grande la prova del debutto, fino alla ipnotica e finale "The End". Che debutto!

Recensore: Marco Landi
Voto: 8/10

Tracklist: 
01. The Drone
02. The Call
03. The Pawns
04. The Fight
05. The Underdark
06. The Mercenary
07. The Grave
08. The End

Line-up:
Marco Mittica - vocals & piano
Luca Presicci - guitars
Alessandro Ragone - bass
Christian Renna - drums

Links:

Nessun commento

Powered by Blogger.