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FOREVER FALLING "The Determinism Of Essence In Matter" (Recensione)


Full-length, My Kingdom Music
(2024)

 Il funeral doom, dopo il black metal, è il mio genere preferito, per cui, quando mi è stato chiesto, ho accettato più che volentieri di recensire questi Forever Falling, duo italo-americano, e il loro secondo disco "The Determinism Of Essence In Matter", pubblicato dalla My Kingdom Music. Le informazioni fornite citano, come riferimenti, Shape Of Despair, My Dying Bride, Paradise Lost e Swallow The Sun. Personalmente, non ho sentito traccia dei Paradise Lost ma delle altre band citate, soprattutto Shape Of Despair e Swallow The Sun, si e tanto. Il funeral doom è, a mio avviso, uno dei generi musicali più difficili da suonare, non tanto a livello tecnico (sebbene suonare su ritmi lenti possa, talvolta, essere più difficile che non su tempi veloci) quanto a livello di feeling. Perché è questa la caratteristica principale del funeral doom. 

Un po' come per il depressive, questo genere non si deve e non si può ridurre solo ad una semplice esecuzione musicale ma deve essere in grado di avvolgere l'ascoltatore nelle sue spire di dolore e trascinarlo giù, fino al fondo dell'abisso del dolore, affinché poi possa risalire, dopo aver subito una catarsi emotiva. E in questo, al netto di alcune parti di chitarra solista che non mi hanno convinto del tutto (ma si contano sulle dita di una mano monca), i Forever Falling riescono perfettamente. Le trame chitarristiche intessute da Tullio Carlo, nella loro semplicità, riescono a coinvolgere ed ammaliare l'ascoltatore dall'inizio alla fine del disco, mantenendo sempre viva l'attenzione (su tempi lenti e dilatati non è sempre facile), supportate dall'ottima prestazione vocale di John Suffering (nomen omen). 

Personalmente, avrei gradito un più massiccio uso delle tastiere o dell'organo (strumenti perfetto per questo genere) ma qui si tratta di gusti personali che non vanno ad inficiare sul risultato finale di questo disco, che ci regala 52 minuti di magnifico dolore. Non cito le singole canzoni volutamente: questo lavoro va ascoltato integralmente e il viaggio che ci fa fare deve essere vissuto dall'inizio alla fine, preferibilmente stando da soli, al buio o al massimo con qualche candela. Credo che questo (al pari del nuovo My Dying Bride) sia destinato ad essere uno dei migliori dischi Doom dell'anno! 

Recensione a cura di Marco "Wolf" Lauro
Voto: 9/10 

Tracklist:
1. Leave Me the Stars 09:57
2. The Touch of Ice 07:48
3. September Song 07:23
4. The Wind of Remembrance 10:37
5. It Is Absence 07:03
6. To You...

Line Up:
Tullio Carleo Guitars, Keyboards, Drums
John Suffering Vocals

Links:
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