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DESCENT INTO MAELSTROM "Dei Consentes" (Recensione)


Full-length, Club Inferno Ent.
(2023)

Signore e signori, ho il piacere di presentarvi la band che in assoluto, dopo anni di ascolti e recensioni, nel campo metal ed extreme-metal, mi ha demolito di più le orecchie. Questo simpatico quartetto è composto da: Andrea Bignardi: chitarra e voce, Mattia Panunzio: chitarra, Michele Augello: basso Pietro Buzzi: chitarra. La band ha dato alla luce oltre due E.P.: "Gehenna" nel 2020 e "Nocturnal Transfiguration" nel 2021, e due album “Descent into Maelstrom” nel 2017 e “Iconoclasm” nel 2019. Il sound proposto è un dodecaphonic death metal molto tecnico ed estremamente particolare, in grado di far letteralmente saltare dalla sedia gli amanti del genere. Dodici pezzi per circa quarantanove minuti di violenza inaudita.

Il disco parte con "Cinis Et Pulvis", un pugno in faccia, subito! La batteria tempesta le orecchie, le chitarre sono carichissime ed il basso spacca il muro del suono, il cantante è aggressivo e per nulla amichevole. Interessante, sul finire della traccia, ammettere che questo dodecaphonic death metal sia particolarmente stuzzicante e curioso. "Triumphus Falsarius Daemonium", seconda traccia che continua sulla falsariga della precedente: violenza cristallina ma si percepiscono le linee di chitarra meno sporche e decisamente più lineari. "Abyssus Devorat Terram" ha un inizio meno al fulmicotone ma poi riparte in modo devastante con il suo metal dissonate e disturbante. Possiamo anche scorgere delle lievi nuance di melodia che aiutano a sostenere un tale ammasso metallico. Le architetture sonore sono incredibili e il brano va ascoltato più volte per essere apprezzato in maniera totale. La quarta traccia è "Infecundus", batteria in modalità cannoniera della seconda guerra mondiale tanto è possente, le chitarre si aggrovigliano e si attorcigliano in un vortice sonoro senza pari. Brano completamente strumentale, il basso si riesce ad apprezzare davvero in maniera piena e soddisfacente. 

Di “Pater”, la quinta traccia, era stato fatto un singolo nel 2020, l’inizio è quasi doom tanto è profondo poi la macchina trita-tutto dei Descent Into Maelstrom. Parte con impeto e violenza, a metà della traccia un solo di chitarra che pare una stilettata al cuore seguito da una cavalcata della stessa con la batteria, si può rimanere senza fiato….dopo "Pater", si! Ma si continua con "Silvarum Patrona": l’inizio con i synth non è rassicurante, infatti dopo pochi istanti si riparte a fracassare meningi. La voce passa dal cavernoso al cavernoso abissale, ma ciliegina sulla torta, sono i cori sul finale che lasciano di stucco per quanto siano perfetti e ben incastonati nella mood del pezzo. 2Deus Sol Invictus", settima in scaletta, inizia con il basso ed un arpeggio di chitarra per poi mettersi subito in riga ed iniziare a pestare sull’acceleratore ma senza esagerare. Anche qui le chitarre e la batteria avvolgono l’ascoltatore in un tripudio ferino di violenza e melodia che inquietano e colpiscono.

"Amor Sola Lex" è un brano dove la chitarra si staglia sola ed imperturbabile, poi dopo un breve interludio di basso ecco la voce e la batteria, sempre cazzuta e rabbiosa. I ritmi sono delicatamente più spenti ma poi la carica aggressiva propria della band, prende il sopravvento e via...che il devasto venga servito su un piatto d’argento! Anche se devo ammettere che il finale è un po’ sottotono. Si continua con "Deus Belli", quasi due minuti di blastbeats, grugniti e chitarre a rasoio. Per cuori forti..."Silentium" è il pezzo più lungo dell’intera composizione, totalmente strumentale, la tecnica particolare con cui è costruito l’intero album qui fa bella mostra di sé destando comunque qualche "allert", nel senso che sembra ci sia qualcosa fuori posto, ma proprio questo è il bello, ed è una roba che che ti congela le cuffie alle orecchie, incredibile. Sui due minuti e quaranta tutto si blocca, solo la chitarra per qualche secondo, e poi si riparte di slancio, lasciando tutto alle spalle...Anche di questa “Mater” era stato fatto un singolo fatto uscire poco prima del full-length in recensione, un brano che ha insita l’anima della band, devastante, grossa e cattiva con tutti gli strumenti che si esprimono allo spasimo, ed il cantante che rabbiosamente esce dal muro sonoro.

Arriviamo infine all’ultima traccia "Defloratio Gratiae", la quale non ama essere seconda a nessuna, e lascia nuovamente di stucco chi l’ascolta, non tanto per la sua rabbia ma tanto per la profondità con la quale viene eseguita, e qui siamo a livelli cosmici. Sui due minuti e cinquanta bellissima commistione tra la batteria velocissima ed incazzata e la chitarra più delicata ed alla fine solo lei si salva lasciando le ultime note come se fosse l’ultimo respiro.

Considerazioni finali:
Il disco è una vera bomba, non lascia un minimo di respiro, l’ascoltatore viene sommerso da una potenza “metallurgica” incredibile, questo dodecaphonic death metal è un qualcosa di particolare, che intriga ed incuriosisce, da una parte può suscitare diffidenza per i puristi ma poi tutto si inserisce nel modo giusto e gli amanti del death-metal non potranno che essere soddisfatti, sia per la tecnica sopraffina espressa in esecuzione sia per raffinato utilizzo degli spazi meno ferini. Personalmente ascolto molto metal estremo e gran parte delle proposte attuali al confronto con i Descend into Maelstrom sembrano il coro degli scout...tanto che loro si meritano un bel 9/10!

Recensore: Igor Gazza
Voto: 9/10

Tracklist:

1. Cinis et Pulvis 
2. Triumphus Falsarius Daemonium 
3. Abyssus Devorat Terram 
4. Infecundus 
5. Pater 
6. Silvarum Patrona 
7. Deus Sol Invictus 
8. Amor Sola Lex 
9. Deus Belli 
10. Silentium 
11. Mater 
12. Defloratio Gratiae

Line-up:
Andrea Bignardi - Vocals, Guitars
Michele Augello - Bass 
Peter Buzzi - Guitars 
Mattia Panunzio - Guitars 

Links:
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