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THE MOTHMAN CURSE "Lie Part 1" (Recensione)


Full-length, Ghost Record Label
(2022)

A metà Dicembre, con la neve che scende dal cielo, il freddo sferza le facce congelate, e noi ci scaldiamo con il terzo album dei friulani The Mothman Curse. A Luglio 2018 hanno pubblicato il loro album di debutto “Hope”, mentre nel Marzo 2019 è uscito il loro secondo album “The Curse”, che ho avuto la possibilità di recensire, e già mi ero divertito parecchio. Ed ora via Ghost Record Label esce il loro terzo album, composto da undici tracce, di cui sette nuove di zecca, tre ri-arrangiamenti ed un remix il tutto per circa trentasei minuti di devasto sonoro.

Si inizia con "Cyrcus", con musiche da circo, ovviamente malatissimo come antipasto. Pochi secondi e poi inizia in modo prepotente "317", la seconda traccia, con batteria enorme e chitarre arrabbiate. Il growl di Rat è furibondo, il basso di Ghost si staglia come un faro nel marasma sonoro creato dalla band friulana, tra stacchi imperiosi e momenti meno sanguinolenti la traccia lascia il posto alla successiva "Hate!"; batteria cadenzata e riff di chitarra sulfureo, poi cala un muro basaltico di cattiveria, i ritmi non sono elevati ma sono grossi, grossissimi, il cantante alterna parti in clean a parti in growl in modo da spezzare la soluzione di continuità. Il risultato è sicuramente un buon pezzo di forte impatto sonoro. di "React" è stato fatto un videoclip, bel riff di chitarra, ritmi sostenuti e tanti calci in culo, dalle casse dello stero il sound si espande in modo particolare tra growl decisamente astioso a parti in clean molto melodiche. Un brano che comunque tra quelli precedentemente ascoltati non mi ha preso particolarmente. 

"Have You Decided to Love", ovvero la quinta traccia mi piace molto di più, subito prepotente e rabbiosa, senza tanti fronzoli, dritta fino in fondo, il batterista pare abbia sei mani e quattro gambe tanto lavora, il basso carica per tutta la canzone è la chitarra segna solchi inimmaginabili. Proseguendo con "Darkness Inside", ecco subito la batteria e a rimorchio arrivano chitarra e voce. Lo standard è quello: growl rabbioso e riff affettati, ritmi vertiginosi, interessante sui due minuti un duetto clean e growl che spacca il mood fino a qui accertato. "Death Raw" è l’ultima traccia “nuova”: la partenza è scoppiettante, voce in clean supportata da un growl caustico, pezzo sicuramente impattante ma anche melodico in alcune sue parti soprattutto durante il ritornello.


"Mothman (Hope 2018 Re-recorded): l’arpeggio di chitarra è delicato e la voce è quasi suadente in questo ri-arrangiamento del brano del 2018, l’andamento è incalzante, lentamente alza la quota e nonostante sia una traccia decisamente melodica, ha un buon impatto sonoro. Ricordo questa traccia durante la prima recensione, è già mi era piaciuta per la sua particolare sonorità, ma qui con questo re-recorded abbiamo raggiunto livelli davvero elevati. Procediamo ora con "Screaming" (Hope 2018 Re-recorded). Dalla “quasi delicatezza” della traccia precedente arriviamo a questa, una mazzata sui denti non comune, riff tagliati con l’accetta, batteria spavalda, mi piace il groove di questo pezzo...molto. "Hypnotic Rain" (Hope 2018 Re-recorded), penultimo brano, interlocutorio, sì perché tanta era la potenza espressa precedentemente, tanto è la vulnerabilità di questo, ma non espressa in senso “cattivo” un brano delicato come un gattino, che mostra che va oltre le apparenze, che dimostra come una band in grado di produrre un sound tanto aggressivo sia in grado di dare alla luce una traccia così delicata, da cui traspare un senso totale di abbandono e vacuità. "Screaming (Warm Gadget Industrial Remix)": chiudiamo in potenza, un remix cibernetico della traccia già precedentemente esposta…

Considerazioni Finali: 
Un disco che nel suo complesso mi è piaciuto, sia per la sua grinta sia per la sua melodicità intrinseca, un disco che, intendiamoci, non fa saltare dalla sedia o fa gridare al miracolo ma che comunque va a inserirsi in quella nicchia di dischi che mancano un po’ alla discografia italiana, ma che purtroppo ha saturato la discografia americana con gruppi decisamente più corazzati a livello di etichette discografiche. La Ghost Record ha deciso di investire su questi ragazzi friulani, e ha fatto benissimo, dimostrazione che gli italiani non sono secondi a nessuno.

Recensore: Igor gazza
Voto: 8/10


Tracklist:

1. Cyrcus
2. 317 
3. Hate! 
4. React 
5. Have You Decided to Love 
6. Darkness Inside 
7. Death Raw 
8. Mothman 
9. Screaming 
10. Hypnotic Rain 
11. Screaming (Warm Gadget Industrial Remix)

Line-up:
ColdFace - Drums
M.J. - Guitars
Rat Vocals, - Guitars
Max Koil - Bass

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