ENIO NICOLINI AND THE OTRON "Hellish Mechanism" (Recensione)
Full-length, Hellbones Records
(2022)
Siamo giunti a Dicembre 2022 e ci aspetta un mese di feste e regali,... ed io ho anticipato i regali natalizi proponendovi, gentili lettori, la recensione del secondo lavoro di Enio Nicolini and the Otron, ovviamente non c’è bisogno di presentazioni, infatti Enio Nicolini ha fatto parte di storiche band nostrane quali The Black e Ureal Terror. Questo disco, come il precedente "Cyberstorm" uscito nel 2019, non ha chitarra ma due linee separate di basso, infatti lo stesso viene usato prima con la tecnica power chord mentre nella seconda in modalità sustain, poi abbiamo la batteria (Damiano Paoloni), voce (Luciano Palermi) e tastiere (Gianluca Arcuri) .
Il disco è composto da dieci tracce per una durata poco superiore ai trentasette minuti. Si inizia con "Celestial Armada" che ci porta subito in tema futuristico. La voce in clean decisamente sobria e bilanciata, la batteria è piena e corposa, il basso suonato in power chord ha un’ effetto decisamente particolare sul brano mentre invece le tastiere occupano tutte le nicchie nascoste creando un sound decisamente solido e massiccio. "Hellish Mechanism", la title track, parte subito di slancio, mood molto più cadenzato ma incalzante che rende il brano in ascolto gradevole. Anche i diversi tipi di vocalizzi di Palermi danno spessore a questo bel pezzo. "The Cogwheel" inizia con l’elettronica; la batteria è devastante, grossa e poderosa. Bello come il basso intersechi i suoi fraseggi con le amate tastiere, il cantato molto interpretativo raggiunge livelli incredibili.
"The Dream" ha un inizio sognante per poi diventare subito carica a bomba, la batteria mano a mano aumenta le sue raffiche, il basso segue a ruota creando un muro sonoro imbattibile, senza contare che nuovamente la voce riesce ad inserirsi in modo sapiente nelle trame sonore. Continuiamo con "The Prophecy", quinta traccia del disco. Anche qui i ritmi sono davvero alti ed il ritornello ha un non so che di growl ma risulta molto azzeccato. Pezzo melodico ed accattivante. Sto cominciando a farmi l’orecchio, il basso suonato con questa tecnica ha dello stupefacente. "The Old Lady" inizia tranquilla per poi cominciare a caricare in modo significativo. Mi piace molto la sonorità di questo pezzo, le trame architettate dai quattro musicisti sono davvero interessanti ed ampliano le vedute di un qualsiasi ascoltare di musica heavy. Eccoci arrivati alla settima traccia dell’opera ovvero "Single Higher Thought"; l’attacco di basso è più classico ma man mano che il brano procede si assumono i connotati di un tritatutto, la batteria allo spasimo, le linee di basso sono solchi iridescenti, la voce è sempre ben equilibrata è mi piace davvero tanto come esce dalle casse dello stereo.
L’ottava canzone, "A Brand New World" inizia in modo molto “ampio” con i synth e poi la batteria ed il basso in un connubio di simpatiche mazzate, anche la voce passa con destrezza da linee clean durante il ritornello a strappi decisamente più rancorosi, per raggiungere parti quasi rappate. C’è proprio tutto. "L’Osservatorio" è il penultimo capitolo dell’opera, il cantato in lingua eleva ancora di più il livello del disco nella sua totalità , il brano non ha ritmi vertiginosi ma rimane sempre ben sostenuto, ed anche il ritornello è quasi un mantra, una formula magica che rimane nella testa. Con "Final Clash" si conclude il disco. Di questo brano è stato tratto un video visibile sul tubo, consiglio ai più curiosi di dargli un’occhiata. Tornando al pezzo, questo è come tutti i suoi precedenti, decisamente ritmato e melodico con iniezioni di elettronica e virtuosismi vocali e di basso. Come dimenticarci della batteria che si esprime sempre a livelli vertiginosi.
Considerazioni Finali:
La Helbones Records di Roma, producendo questo disco, ha fatto sicuramente tombola. Infatti il disco è decisamente godibile e diventa quasi impossibile non gongolare sulle linee di basso o non tamburellare nell’aria simulando la batteria. L’assenza della chitarra si avverte, certo, ma si contestualizza il fatto che anche senza di essa si è in grado di produrre un buon disco di heavy-metal senza fronzoli, ovviamente nulla si può dire dei musicisti che secondo me hanno doti soprannaturali. Questo disco è un “must buy” per chi ama la sperimentazione, per chi vuole apprezzare qualcosa di nuovo e fresco. Ovvio, i puristi si strapperanno i capelli alla ricerca della chitarra perduta...che tanto non troveranno mai, fatevene una ragione, “Old School”, il metal evolve e noi con lui…
Recensore: Igor Gazza
Voto: 8/10
Tracklist:
1. Celestial Armada
2. Hellish Mechanism
3. The Cogwheel
4. The Dream
5. The Prophecy
6. The Old Lady
7. Single Higher Thought
8. A Brand New World
9. L’Osservatorio
10. Final Clash
Line-up:
Enio Micolini – basso
Luciano Palermi – voce
Gianluca Arcuri – synths
Damiano Paoloni . batteria
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