Intervista: DOCKER'S GUILD
I Docker's Guild non sono un progetto qualunque. Il mastermind Douglas Docker è un artista che ama fare le cose in grande, e così ha deciso non solo di realizzare un concept album, ma una vera e propria saga a tema fantascientifico che si esprimerà in diversi album, di cui l'ultimo "The Mystic Technocracy Season 2: The Age Of Entropy" ne fa parte. Abbiamo raggiunto proprio lui per parlare di questo e di tante altre cose che gravitano attorno al suo progetto. E il buon Douglas è stato gentile, loquace e disponibile, cosa che quasi sempre contraddistingue chi non ha nulla da dimostrare... Buona lettura.
1 - Ciao Douglas e benvenuto sulle pagine virtuali di Hot Music Zine! Vogliamo parlare di come si è svolto il processo che ha portato alla realizzazione del nuovo album di Docker's Guild?
Ciao a tutti e grazie di averci sulla vostra webzine! La gestazione dell’album è stata davvero lunga, circa sei anni di lavoro, anche a causa di qualche serio problema famigliare che ha ritardato tutto. Ma al di là di quello, coordinare 18 ospiti speciali in diversi paesi, la preparazione dei demo, il mixaggio a Chicago hanno dilatato fin troppo i tempi di produzione. Per fortuna questa volta, circa metà degli special guests erano bravissimi artisti locali del torinese che sono anche cari amici, per cui la “gestazione” è stata un po’ meno solitaria del solito, visto che ho avuto modo di lavorare di persona con loro in studio. Ovviamente non mancano i grandi ospiti internazionali, tra cui Anneke van Giersbergen, Amanda Somerville, Joel Hoekstra e molti altri. Per il processo di realizzazione, è ormai abbastanza standardizzato fin dal primo album. Parto sempre con la preparazione di demo di preproduzione molto precisi e dettagliati, per semplificare il più possibile il lavoro degli artisti, che ricevono anche gli spartiti e note dettagliate. Poi si passa alle registrazioni vere e proprie, e stranamente sono sempre partito dalle voci e tastiere, per poi fare batteria, basso e chitarre dopo. E’ un approccio insolito che per me ha sempre funzionato molto bene. In parallelo partono anche la realizzazione delle grafiche, che prendono molto tempo vista la natura multimediale del progetto, e questa volta c’erano anche i 12 video e lo storybook che accompagnano l’album. Insomma, è stato un lavoro lunghissimo e logorante ma adesso che è arrivato il risultato finale, non potrei essere più contento.
2 - Vogliamo parlare dell'artwork di copertina di "The Mystic Technocracy (Season II: The Age Of Entropy)", magari analizzandolo nello specifico?
Tutte le grafiche sono state realizzate, come per tutti gli altri album, dal geniale Carl-André Beckston, che con ogni album mi stupisce sempre di più. Abbiamo sviluppato una sintonia perfetta tra le mie idee e la loro realizzazione. Senza di lui, a livello di immaginario visivo, sarei davvero perso. Le foto invece sono tutte a cura di mia moglie Janthana Rodjakkhen, che negli anni è diventata una bravissima fotografa, anzi si è anche occupata di girare tutti i video. Nel booklet c’è sempre un’illustrazione che descrive ogni brano. La copertina invece ritrae uno dei personaggi principali della saga, nello specifico Lucy Higgs e la sua corruzione, tema centrale della storia. L’immagine è ricca di simboli relativi a tutti gli album Docker’s Guild, ma non voglio svelare le soprese, sta i singoli fans fare le loro ricerche
3 - Ci vuoi spiegare il titolo dell'album a cosa si riferisce?
Intanto, il nome del progetto è Docker’s Guild, che deriva da un episodio della serie di fantascienza Babylon 5. Visto che Docker è anche il mio nome, si adattava perfettamente alla natura del progetto. “The Mystic Technocracy” è invece il titolo della saga, che si svilupperà in cinque stagioni, proprio come una vera serie TV, con tanto di trailer, episodi e così via. Da qui il titolo “Season 2”. “The Age of Entropy” è invece il titolo specifico di questo album. Il primo si intitolava “The Age of Ignorance” e c’è una evoluzione precisa nei titoli, per segnare il degrado progressivo della situazione umana, e sono stati già tutti scelti, ma non voglio anticipare troppo. In aggiunta, tra le cinque stagioni, ci saranno 4 album di transizione chiamati “Books”, che focalizzeranno l’attenzione su un aspetto del personaggio principale della saga, il Professor Jack Heisenberg. Il primo, che uscì quattro anni fa, si chiama “The Heisenberg Diaries – Book A: Sounds of Future Past”, ed esplora l’amore di Jack per la fantascienza e l’inizio della malattia della moglie, che la porterà alla morte proprio all’inizio di “Season 2”.
5 - "The Mystic Technocracy (Season II: The Age Of Entropy)" è un concept album, vogliamo parlarne più nel dettaglio? E da cosa è scaturita la scelta di realizzare un concept?
All’inizio non c’era l’idea di fare un concept. Tutto è iniziato con la prima canzone del primo album “The Mystic Technocracy”, che ho scritto nel 1990. Mi ricordo che erano i giorni della prima guerra in Iraq e dell’intifada in Palestina, e mentre guardavo in TV il delirio di questa gente invasata nel nome del loro Dio di pace e amore. Ero ancora molto giovane ma mi feci molte domande, e mi inventai una risposta ispirata alla fantascienza, e cioè una razza aliena al silicone che aveva modificato il DNA umano per predisporre tutti al fanatismo nell’obiettivo finale di distruggere l’intera razza. Fu un periodo molto creativo, e scrissi decine di canzoni. E’ solo dopo diversi anni che mi resi conto che tutti questi brani avevano un tema comune, e che messi in successione raccontavano gli abbozzi di una storia. Da lì è partito il concept, sul quale ho lavorato fino al 2008 quando è finalmente ufficialmente partito il progetto Docker’s Guild. Ci è voluto molto tempo, con diverse false partenze, ma finalmente ci siamo.
6 - Vogliamo parlare delle vostre influenze musicali?
Le mie influenze musicali sono davvero varie e vaste, ma per quanto riguarda i Docker’s Guild ci sono tre aree principali: il prog rock classico e parte del prog metal più moderno (su tutti ELP, Yes, Threshold, i primi Dream Theater ma anche Amaranthe), l’AOR e il rock melodico (Asia, Journey, Kansas, ma anche i Cheap Trick), e più stranamente, artisti non proprio rock, primi su tutti David Bowie, Duran Duran, i Rockets e Jean-Michel Jarre. Credo che siano proprio queste influenze che danno al progetto il suo sound unico e piuttosto diverso dalle altre validissime metal opera uscite negli ultimi anni.
7 - Come nasce una canzone dei Docker's Guild di solito?
Domanda interessante! Intanto, le mie canzoni nascono sempre dalla musica, i testi vengono sempre in un secondo momento. A volte le canzoni nascono da un suono di synth, a volte da una linea di basso, ma al 95% dei casi partono al pianoforte, anche e forse soprattutto i brani più heavy come Die Today, K475 e la suite Into the Dahr Cages. Mi è anche successo di scrivere brani direttamente su spartito per staccarmi dalle armonie che al piano vengono naturali. Cassilda’s Song e Urbs Aeterna per esempio sono partite così, da un pentagramma e una matita mentre stavo seduto all’aeroporto di Salt Lake City.
8 - Stai o state già lavorando a nuova musica? Hai già un'idea di come si evolverà il sound dei Docker's Guild?
Sì! Il prossimo album “Book B” sarà una messa da requiem cantata in latino, e sarà l’album più difficile da finire, perché è l’unico album dove non è ancora stata scritta una singola nota. Inoltre, dovrò adattare il testo fisso della messa alla musica, una cosa che non ho mai fato prima. Sarà una vera sfida! Sarà poi seguito da “Season 3”, che sarà l’album più oscuro e heavy della serie, almeno per ora sembra così, poi come al solito alla fine cambia tutto ;)
9 - Se dovessi convincere un nuovo ascoltatore a scegliere e scoprire i Docker's Guild, come lo faresti?
Beh, preferisco che siano loro ad avvicinarsi al progetto, non sono bravo a spammare, ma credo che il punto di forza del progetto siano la qualità delle canzoni e l’originalità del sound, credo di poter dire che i Docker’s Guild non suonano come nessun altro a livello di arrangiamenti e produzione, una cosa sulla quale ho lavorato molto. E poi c’è la saga in sé, al di là della musica, la storia è intricata, avvincente, almeno spero, e dovrebbe piacere anche ai fans di sci-fi e di horror anche se magari non ascoltano questo tipo di musica.
10 - A te le ultime parole. Un saluto da parte nostra!
Grazie mille per avermi avuto sulla vostra webzine, un salutone a tutti i fans dei Docker’s Guild, e se ci scoprite proprio ora, vi invito a seguirci su tutte le piattaforme social dove scoprirete un mondo fantascientifico avvincente e coinvolgente!
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