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KIDS ON NEPTUNE "Homeland" (Recensione)


Full-length, Seahorse Recordings
(2017)

Porca miseria! Per un attimo, appena ho fatto partire questo album, intitolato "Homeland", mi è sembrato di essere tornato alle sonorità dei primi Ash e del loro primo album, "1977". E fidatevi, questo è un complimento per quanto mi riguarda. Facciamo però un attimo il punto della situazione: "Homeland è l’album d’esordio dei Kids on Neptune, band rock italiana da Forlì (FC), pubblicato da Seahorse Recordings il 20 ottobre 2017 (e anche qui, il 20 ottobre è il mio compleanno...quanti deja vu piacevoli). Il disco si compone di 10 pezzi in bilico tra punk rock, alternative e tentazioni indie.

Come dicevo in apertura, di primo acchito gli Ash mi sono subito balzati alle orecchie, ma in questo album questa band sa ritagliarsi un suo spazio ben distinto. Potremmo infatti dire che le chitarre hanno quella veemenza e irruenza che potevamo trovare anche nei primi At The Drive In e in certo stoner, e la loro distorsione ficcante e poco satura fa risaltare ogni plettrata in maniera magnifica, e ogni dissonanza è ben distinguibile e ben si amalgama a un contesto in cui la voce si esprime invece in maniera abbastanza melodica.

La sezione ritmica formata da Matilde Marchetti (voce e basso) e Alberto Carapia (batteria) è un vero fiume in piena, e i brani non presentano cali. Pezzi come la iniziale e dirompente "Bodies In Lies", la seguente, più sincopata "A Collpase", e ancora "A Simple Night" e soprattutto la grungettona "Children Of The Sun" sapranno colpirvi direttamente nel cuore della vostra anima. A proposito di quest'ultima traccia, è splendido vedere come le sonorità alternative di gente come Nirvana degli anni Novanta sono attualizzate con la potenza dello stoner e riproposte in modo molto convincente. E stessa cosa si può dire per la meno "violenta" ma molto grunge-oriented "2_20", che racchiude molta malinconica poesia al suo interno, ben sottolineata dalla voce tagliente di Antonio Valentini.

Dopo altri pezzi decisamente riusciti arriviamo alla desertica chiusura, affidata alla title track, "Homeland" nella quale si possono addirittura udire passaggi medio orientali e altro ancora, nei suoi oltre otto minuti di durata. 
Insomma un disco davvero interessante e riuscito questo "Homeland", che riesce a creare molta curiosità attorno al futuro di questi Kids In Neptune.

Recensione a cura di: Sergio Vinci
Voto: 75/100

Tracklist:
1. Bodies in Lies 03:02 
2. A Collapse 04:42 
3. A Simple Night 03:37 
4. Children of the Sun 04:37 
5. 2_20 05:06 
6. Polish State of Mind 02:38 
7. Not Even Sorry 03:40 
8. Nothing But No One 03:35 
9. She Will Keep Us Alive 02:55 
10. Homeland 08:21

1 commento:

  1. Non sono un critico ma le mie orecchie, che non sono foderate da fette di prosciutto, sono state deliziate dalla musica dei Kids.Grazie a Segio Vinci per aver evidenziato aspetti che solo un critico raffinato sa cogliere e trsmetterci

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