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NEFESH CORE "Getaway" (Recensione)


Full-length, Rockshots Records 
(2024) 

La band si forma a Catania nel 2018, dall'unione di David Brown (voce e tastiere) e Stefano "The Ghigas" Calvagno (basso, cori), molto attivi in campo Prog con i Metatrone. Ai due si unisce Ivan Newton (batteria), che lascerà la band nel 2023, rimpiazzato dall'ottimo Andrea Marchese. La formazione viene completata, così come la vediamo oggi, nel 2021 con l'arrivo di Bob Brown (chitarre). Nel 2020 i Nefesh Core arrivano sul mercato col primo full lenght, intitolato "Getaway", pubblicato tramite Rockshots Records. Il suono che ne esce cattura e stupisce fin dai primi secondi. Non poteva essere altrimenti, visto che il tutto è stato mixato da Luigi Scuderi ai Tower Hill Studios e masterizzato dal famoso produttore Jacob Hansen (Hansen Studios, Danimarca). Suono pulito, cristallino ma scuro come la Tormalina più nera. 

Personalmente, ascoltando la band, ho respirato l'aroma del Goth targato metà anni novanta, 1997 se devo essere preciso. Ho percepito l'incipit dei Paradise Lost di quell'anno, del sound che pervade "One Second", un lavoro troppo prematuramente etichettato come un tradimento. Scavando in profondità, si possono toccare con mano i drappeggi melodici tipici dei Moonspell del periodo "Sin/Pecado", anche qui un lavoro colossale ma spesso mai compreso appieno. L'apertura è proprio della title track, che fa capire subito che siamo davanti ad un lavoro di livello superiore. Chiudendo gli occhi si torna indietro al 1997, con le sue chitarre stoppatissime, le tastiere a cucire le melodie, basso e batteria pienissime e una voce bassa a cantare la malinconia. La seguente "Scandal" si apre con un tappeto di tastiere che resterà sempre presente, ma al riffing di batteria, con quella voce, la mente non può non pensare ai Moonspell più dark. Brividi, è la sensazione che pervade il mio corpo. Questi ragazzi hanno tirato a lucido un genere che ormai non c'è più. Tramite le sue tinte scure raccontano e musicano emozioni. "Unerasable" parte come una Camaro del 79 nera come la notte, con quel groove tipicamente Finnico che vira immediatamente sullo stile portoghese, e se siete sul pezzo mi avete capito. I nostri ragazzi danno l'impressione di essere ispiratissimi e di avere chiaro in mente quello che vogliono suonare. 

La sensazione di camminare nella nebbia è costante, e non fa eccezione "Another Break To Life", che nonostante ricca di cambi di tempo, mantiene il livello di velatura decisamente dark. "Stormraven" rientra immediatamente nello stile più canonico. Ascoltando le canzoni non posso non notare come i ritornelli siano l'arma in più, e non è affatto scontato. Moltissime band hanno proprio in loro il punto debole, mentre i Nefesh Core riescono a portare le loro composizioni ancor più in alto. "The Mafia Mentality" mi fa intendere che vadano a toccare un argomento particolarmente sentito dalle loro parti. La canzone in effetti suona meno dark o Gotica ma più rabbiosa. Le atmosfere da spolverino in pelle lungo e trucco alla Eric Draven tornano prepotenti con "Wake Me, Rain", una cavalcata senza speranza sotto la pioggia battente di riffoni stoppati: spettacolare! Non c'è un attimo di pace, perché "Otherside" arriva come un pugno sulla tempia a stordirti, con la sua alternanza di distorsioni e tastiere, la voce bassa e quell'assolo leggermente dissonante. "Try To Climb" è il pezzo che i Paradise Lost si sono dimenticati di comporre per "One Second", e ci porta verso la fine di un disco pazzesco. Fine che arriva con la colossale "The Fortune Lies", con un basso che ti strappa i vestiti di dosso. Un pezzo che ti lascia indifeso in mezzo alle più gotiche atmosfere dark. 


Recensione singolo "Lullaby" (2024


Ecco che il 14 Febbraio 2024 la band si ripresenta alla ribalta con una cover importante, che credo conoscano anche i tavolini. Si tratta di "Lullaby" dei The Cure, una canzone che nel 1989 divenne uno degli inni del movimento Dark. Su questo pezzo sentiamo in azione Andrea Marchese alle pelli. La loro versione è riadattata alla perfezione allo stile più metal della band, ma riesce a mantenere quel velo di malinconia e di dolcezza dell'originale. Riporto qui gli estratti dal loro sito ufficiale riguardo questa canzone. Ghigas: "Orgogliosi del nostro legame con l’onda oscura degli anni ’80 che ci ha sempre contraddistinto, abbiamo voluto rendere omaggio a questo immortale inno dei Cure. Attraverso un accurato riarrangiamento e una visione più orientata al metal, lo abbiamo reso parte integrante del nostro repertorio. Siamo super contenti di ciò che abbiamo fatto!" David: "Quando ho pensato di rivisitare questo meraviglioso brano storico, a me molto caro, mi ha particolarmente divertito l'idea di trasformare la voce sussurrata in modo più diretto e orecchiabile, ovviamente sulle mie corde, marcatamente dark e metal; Penso di esserci riuscito." Andrea: "Suonare uno dei brani che mi ha accompagnato, fin da bambino, nella crescita della mia vita mi rende felice ed emozionato!" Bob: "Citiamo spesso canzoni che fanno parte del nostro background e ci divertiamo a nefesh-corize'. Ma la scintilla che dà inizio a tutto deve accadere. La canzone originale è basata su un riff di chitarra ritmica sui due accordi principali, l'ho rivista e ho creato l'arpeggio in loop che ha dato il via alla nostra versione. Farlo è stato incredibilmente naturale, la canzone ha una forte natura oscura, riflessiva e nasconde una rabbia repressa che viene a galla grazie all’interpretazione di David". 

I Nefesh Core sono riusciti ad emozionarmi e a farmi respirare quell'odore di nebbia che solo chi è passato attraverso quel periodo può sentire. Non sono solo umane emozioni legate a ricordi: il lavoro è davvero bello e tocca le corde giuste. E' una pennellata di nero sul quadro dei girasoli di Van Gogh: sembra facile, ma pochi hanno l'estro di farla, soprattutto bene. 

Recensore: Michele Novarina “Mic DJ” 
Voto: 90/100 

Tracklist:
01. Getaway
02. Scandal
03. Unerasable
04. Another Break To Life
05. Stromraven
06. The Mafia Mentality
07. Wake Me, Rain
08. Otherside
09. Try To Climb
10. The Fortune Lies

Line-up:
Dave Brown – voce
Stefano “Ghigas” Calvagno – basso, chitarra
Ivan Newton – batteria

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