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JACK BRAIN "Shadow Archetype" (Recensione)


Full-length, Independent
(2023)

"Il progetto "Jack Brain" nasce nel 2016 da un'idea del polistrumentista calabrese Giacomo Casile, con l'intento di rielaborare le sonorità alternative degli anni '90 in maniera personale. Negli anni poi si evolverà nutrendosi di nuove contaminazioni e generi, attingendo anche da ambiti jazz, post punk e industrial. Vengono così pubblicati, a partire dal 2017, sette album che rappresentano diverse sfaccettature della personalità dell'autore; dal lato intimista e malinconico del debutto "Epic Spleen" alla controparte energica e determinata di "The seeker" fino a quella riflessiva e sognante di "Jack Brain". "Shadow archetype" è il nuovo album e rappresenta il lato passionale e sensuale, l'ombra come una proiezione delle pulsioni e dei desideri più reconditi dell'anima. Il protagonista nel corso del viaggio riuscirà ad affrontare e ad accettare i demoni del suo mondo interiore per una crescita personale. Musicalmente invece il disco vira verso un rock elettronico le cui influenze principali sono Puscifer, Aphex Twin e Prodigy".

Queste sono le note allegate al disco dall'artista stesso, che in effetti aprono bene la strada all'ascolto di questo album, che si rivela avvincente per molti motivi. Innanzitutto si ha la sensazione che Jack Brain sia un artista genuino e per certi versi tanto intimo in ciò che affronta quanto geniale. L'album infatti salta a piè pari le classificazioni di genere per abbracciare uno stile che attinge molto dall'elettronica degli anni Novanta, dal drum and bass, dal trip hop e da qualche vaga reminiscenza punk rock e grunge. 

Le parti cantate sono buone ma leggermente in secondo piano rispetto alle ritmiche serrate che hanno la maggior parte dei pezzi, le chitarre si mescolano bene con le basi elettroniche e i pezzi hanno un sapore lunatico e quasi caotico, e per provare questa esperienza si prenda la parte finale di "Magic Spark", che si stacca totalmente da quanto detto nei minuti precedenti. Il lato più rock e alternativo si può sentire in un brano come "Nike", pezzo scelto anche come singolo apripista dell'album, e che finalmente ci fa entrare nel vivo dell'album grazie ad un connubio finalmente ben riuscito tra elettronica e chitarre ruggenti e belle melodie vocali.

Abbiamo anche stralci di darkwave in canzoni come "Habit" e "Pretty floyd" (quest'ultima con un giro di chitarra che molto anche di Verdena), e quindi si può ben intuire come Jack Brain sia un artista che ama molti stili e soprattutto non voglia rimanere ingabbiato in confini fin troppo battuti da altri. Un gradito ritorno e anche un gradito miglioramento da parte di questo artista poliedrico, senza alcun dubbio!

Recensione a cura di Sonic Sonia
Voto: 7/10

Tracklist:
1.  Daydream
2.  Magic Spark
3.  Nike
4.  Fantasy
5.  Habit
6.  The art of noise
7.  Timeless dare
8.  Pretty floyd
9.  Shadow archetype
10. Twin 69

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