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MOON LETTERS "Thank You From the Future" (Recensione)


Full-length, Independent
(2022)

Il progressive rock è un genere che pesca dal passato ma che ha la capacità di plasmarsi attraverso le epoche e le personali interpretazioni dei musicisti che si esprimono attraverso di esso. E' curioso apprendere che i Moon Letters arrivano da Seattle, perchè dalla stessa città, una trentina di anni fa, arrivava tanta buona musica rock ma con una concezione diametralmente opposta al progressive, e stiamo parlando del grunge. Ora, noi sappiamo che Seattle è diventata famosa musicalmente soprattutto per aver dato vita a quel fenomeno ma sia prima, che durante, che dopo, quella città ha dato i natali a tantissime formazioni dei generi più disparati. Oggi è il turno dei Moon Letters, band formatasi nel 2016. Il loro album di debutto, "Until They Feel the Sun", realizzato con il famoso produttore Barrett Jones (Foo Fighters), ha ottenuto recensioni positive a livello internazionale. 

Esce nel corso del 2022 il secondo e per ora ultimo album che recensiremo, "Thank You From the Future", prodotto a Seattle da Robert Cheek (Band of Horses). L'album in questione è qualcosa di incredibile a livello compositivo. La band si muove tra psichedelia e progressive nella migliore tradizione prog rock degli anni Settanta, ma non vi aspettate una copia carbone dei vari PFM, Jethro Tull, Rush o Uriah Heep, tanto per citare qualche nome famoso. Certamente i Moon Letters partono da quelle band ma portano lo stesso concetto di progressive verso qualcosa di quasi avanguardistico. Tutto l'album è incredibile, ma quando arriva il brano "Isolation and Foreboding" si rimane basiti dall'incredibile tasso tecnico di questa band. Ci sono talmente tanti cambi di ritmo e di atmosfera che sembrerebbe di stare ascoltando un brano di un quarto d'ora, e invece ci accorgiamo che il pezzo dura poco più di sei minuti! La quantità di idee e la genialità di questo pezzo potrebbero fornire materiale utile per decine di album di formazioni "normali"... La band accenna spesso qualche riff vicino all'hard rock, ma il tutto è sapientemente amalgamato ad un loro preciso estro compositivo, che a volte flirta anche con il folk e altri generi che spuntano inaspettati. le voci sono soavi e melodiche, e in questo settore si alternano John Allday (Keyboards, Vocals) e Mike Murphy (Bass, Vocals), formando interessantissimi duelli e a volte cori suggestivi.

Inutile sottolineare come tutta la band sia di un livello stellare, difficile da raggiungere per molti: la sezione ritmica formata da Kelly Mynes alla batteria e Mike Murphy al basso è sorprendente ad ogni passaggio, mai statica, fondamentale per la costruzione di canzoni una più bella dell'altra. Certamente qualcuno potrà obiettare sul fatto che questi Moon Letters non inventino realmente nulla di nuovo e che amino fare ampio sfoggio di tecnica, magari a discapito di canzoni che potrebbero avare più calore...Se sentissi una sola persona dire ciò in merito a "Thank You From the Future" penserei che ha ascoltato solo superficialmente questo album. Se vogliamo delle atmosfere e del sentimento le troviamo in vari punti dell'album, ma come non citare la sentita e accorata "Fate of the Alacorn", che esplora forse il lato più oscuro della band con ottimi risultati. Menzione ancora per la conclusiva "Yesterday is Gone", pezzo davvero bellissimo, emozionante e che svela, come il precedente, il lato più introspettivo di questa band, con un uso delle tastiere straordinario.

E' un disco bellissimo, questo "Thank You From the Future", che stupisce ad ogni ascolto e che con la sua produzione calda riesce davvero a riportare ai primi vagiti del progressive rock e quegli anni Settanta che ancora oggi risultano attuali e influenti come non mai. Se amate il progressive rock non potete non acquistare questo album. Capolavoro!

Recensione a cura di Marco Landi
Voto: 90/100

Tracklist:
1. Sudden Sun *The Astral Projectionist* 
2. The Hrossa 
3. Mother River 
4. Isolation and Foreboding 
5. Child of Tomorrow 
6. Fate of the Alacorn 
7. Yesterday is Gone

Line-up 
John Allday - Keyboards, Vocals 
Mike Murphy - Bass, Vocals 
Kelly Mynes - Drums 
Michael Trew - Vocals, Flute 
Dave Webb: Guitar

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