GLI ALBERI "Reinhold" (Recensione)
Full-length, Broken Bones Promotion
(2022)
Nella primavera del 1970 i fratelli Gunther e Reinhold Messner, originari di Bolzano, passarono alla storia grazie ad una delle imprese più coraggiose ed epiche dell'alpinismo scalando gli 8.126 metri di altitudine del massiccio del Nanga Parbat, in Pakistan, nell'Himalaya occidentale, meglio conosciuta come la "montagna assassina" a causa dell'elevato numero di caduti durante il suo tentativo d'ascesa. I due fratelli furono i primi a solcarne la parete meridionale, la Rupal, la più alta del mondo, per poi raggiungere la vetta e cominciare la lunga discesa che costò la vita al povero Gunther, mentre il fratello Reinhold sarebbe diventato nientemeno che il più grande alpinista di tutti i tempi.
Questo è il concept su cui si sviluppano le dieci tracce di "Reinhold", secondo album in studio della band dark metal torinese Gli Alberi, uscito sotto la Broken Bones Promotion il primo dicembre. Il lavoro giunge a cinque anni di distanza dal debutto "The Glimpse" e prosegue la trama di ricerca stilistica e musicale del quintetto piemontese, che navigando tra post-rock, black/doom metal, alternative metal e ambient accompagna l'ascoltatore in questa lunga e faticosa risalita della montagna più pericolosa del mondo, descrivendo passo dopo passo la titanica impresa dei fratelli Messner; la voce calda e sognante di Arianna Prette si fa narratrice di una trama ricca di introspezione e contrasti, levandosi sopra il muro del suono guidato dalle tastiere e dalla chitarra di Giovanni Bersani, dal basso di Davide Quinto e dal riffing delicato di Matteo Cavaliere, a costituire un'opera variegata e dalle molte sfumature, veicolo delle più contrastanti emozioni.
L'album si apre con la prima parte di "Nanga Pabat", introduzione ambient guidata dal rumore del vento e dalla percezione del gelo in un cresendo freddo e graffiante; un riff freddo e oscuro apre "Babele", brano in cui si fondono egregiamente alternative metal atmosferico e black/doom, tra cori maestosi e passaggi lenti e malinconici fino all'epicità del refrain in clean vocals di Arianna, accompagnato da tastiere sognanti e struggenti. "La danza pallida" si apre con la delicatezza del post-rock e della voce della cantante, in un connubio tra alternative rock e black metal e tra clean vocals e un cantato rauco, fino ad un finale ambient claustrofobico. "Noialtri" si sviluppa attraverso una melodia acustica e malinconica su cui la voce di Narratore Urbano, cantautore indie torinese, racconta in un crescendo personale e tragico l'insorgere della rivalità tra i due fratelli e del senso di competizione comune a chiunque rivolga verso la montagna il proprio senso di rivalsa, per poi chiudersi con un lungo passaggio drone/ambient.
"Sulla vetta" è forse il brano più riuscito del lavoro, un pregevole esempio di post-black metal raffinato ed epico guidato dal refrain deciso di Arianna e dalle percussioni di Giovanni, fino all'improvvisa accelerazione del finale, episodio di maggior aggressività sonora della release. La tragica morte di Gunther è narrata nei sette minuti e mezzo di "Aspettami", brano struggente dai contorni post-doom, mentre "Vuoto alle spalle" descrive la lenta presa di coscienza da parte di Reinhold di quanto accaduto, attraverso una melodia acustica tradizionale, quasi etnica, e un riffing distorto e lugubre. Chiude il lavoro la seconda parte di "Nanga Parbat", quasi nove minuti di un crescendo dall'arpeggio atmosferico iniziale all'alternative rock della parte centrale, ancora una volta guidato dal cantato soave ed etereo della vocalist; un intermezzo post-rock atmosferico apre la seconda parte del brano, dall'incedere lento e ipnotico fino all'epicità travolgente e malinconica del finale.
"Reinhold" è un racconto epico e struggente di uno degli episodi in cui maggiormente si fondono senso di vittoria e tragicità della lunga storia dell'alpinismo, fonte di emozioni contrapposte ottimamente rappresentate dalle variazioni musicali, a metà tra il malinconico e l'aggressivo, in una costante evoluzione sonora che nel finale conosce la sua espressione più travolgente. E' un album da ascoltare con attenzione a da cui lasciarsi trasportare, e che mostra attraverso musica e parole i panorami innevati e i dirupi ghiacciati del suo artwork, fedele rappresentazione dell'impresa di Gunther e Reinhold Messner che è tuttora metafora di coraggio e di follia, nonchè del superamento delle proprie paure e memoria indissolubile di coloro che riuscirono in ciò in cui molti invece caddero
Recensore: Alessandro Pineschi
Voto: 78/100
1. Nanga Parbat I
2. Babele
3. La danza pallida
4. Noialtri
5. Sulla vetta
6. Aspettami
7. Sindrome del terzo uomo
8. Hiems
9. Vuoto alle spalle
10. Nanga Parbat II
Line-up:
Arianna Prette – vocals
Matteo Candeliere – guitars
Davide Quinto – bass and vocals
Giovanni Bersani – keyboards, guitars, vocals and percussions
Links:
Bandcamp
Youtube
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