Intervista: MADVICE


I Madvice sono una delle formazioni più interessanti, almeno di recente formazione, del panorama death metal melodico italiano. Abbiamo parlato con la band del loro ultimo album, "Under the Burning Sky" e di molte altre cose, e ci auguriamo che la nostra chiacchierata virtuale posso essere di vostro interesse. Buona lettura!

1 - Ciao! Parliamo di come sono nati i Madvice, insomma ripercorriamo la vostra carriera in pillole dagli inizi ad oggi.
I Madvice nascono dall’esigenza di proporre una musica più immediata e di impatto, rispetto a ciò che Raffaele (bassista) ed io (Maddalena, chitarrista) avevamo suonato precedentemente con i Nameless Crime; volevamo dedicarci a qualcosa di più solido e che fosse più divertente suonare dal vivo. Nel 2016, quindi, dopo la stesura di alcuni pezzi, ritroviamo in Asator la nostra stessa voglia di rimetterci in gioco e quindi si parte a bomba, nel 2017, presentandoci al web con una cover molto personalizzata di Everybody Wants to Rule the World, dei Tears for Fears e con il nostro primo full-length nel 2018. La ricerca di un batterista stabile ĆØ stata molto più difficile ma fortunatamente la formazione si chiude in tempo, alla fine del 2017, per permetterci di cominciare a suonare dal vivo e farci conoscere meglio. Da lƬ in poi, senza mai cambiare formazione, ĆØ stato un bel crescere, con concerti sempre più interessanti e tour all’estero.

2 - ”Under the Burning Sky" ĆØ il vostro secondo album. In cosa pensate si differenzi dal precedente?
Ci siamo amalgamati di più ed abbiamo aggiustato il tiro, personalizzando ancora di più quello che speriamo possa essere, un giorno, riconosciuta come la “nostra” musica, un death metal che abbia la nostra impronta, nei limiti del possibile.

3 - Secondo voi che genere suonano i Madvice? In che filone vi sentite appartenere di più e perchè?
Quando dobbiamo presentarci a qualcuno ci viene spontaneo accostarci come prima cosa al melodeath svedese, giusto per far capire immediatamente dove collocarci, ma questa etichetta, in realtĆ , ci sta abbastanza stretta; abbiamo influenze diverse, le quali vengono naturalmente miscelate in ogni nostra composizione; veniamo fondamentalmente dai Metallica, dal power riffing dei Pantera, il cantato ĆØ spudoratamente black metal e il batterista ĆØ colui che ci prende per mano e ci porta nel presente. Il tutto messo insieme con fluiditĆ  e, spero, una certa orecchiabilitĆ  di fondo.

4 - Siete attivi all'incirca dal 2016 e vi sarete giĆ  fatti un'idea della scena metal italiana dall'interno. Ne vogliamo parlare esaminando aspetti positivi e negativi?
In realtĆ  l’idea ce l’avevamo giĆ  da molto prima del 2016, essendo ognuno di noi presente nella scena da moltissimi anni, con band diverse; probabilmente giĆ  chiamarla “scena” ĆØ un regalo. L’Italia non ĆØ fatta per il metal, cosƬ come il metal non ĆØ fatto per l’Italia. Nel tempo, però, sono venute fuori discrete band che sono riuscite a farsi largo anche oltre le Alpi, ma purtroppo, a parte i Lacuna Coil, e forse un altro paio di nomi, ĆØ troppo poco per rendere l’Italia memorabile e culla di una scena. Gruppi fantastici come Infernal Poetry ed Ephel Duath, non esistono più, e ciò sottolinea il fatto che in Italia ĆØ veramente dura mantenere vivo il gruppo senza lasciarsi abbattere. Senza contare le difficoltĆ  sempre più grosse, da parte delle strutture, di mantenersi in piedi, e gli spazi concessi alla musica inedita sempre più radi. Da un lato, probabilmente poche proposte veramente interessanti, dall’altro un pubblico sempre più pigro e restƬo a muoversi da casa.


5 - Cosa bolle in pentola in casa Madvice? Per caso nuova musica?
Siamo a buon punto nella composizione del nostro terzo disco, e nei prossimi mesi ne lanceremo un singolo corredato da video, come aperitivo. Nonostante le difficoltĆ  di cui si parlava prima, abbiamo ancora voglia di “esserci” e dire la nostra. E’ questa la nostra vita.

6 - L'aspetto lirico per voi ĆØ importante quanto quello musicale? Insomma, parliamone un po'.
Certo, ĆØ altrettanto importante quanto la musica, ma, a differenza di essa, rispecchia il punto di vista ma soprattutto gli stati d’animo, fondamentalmente di disagio, di una singola persona, essendo Asator l’unico ad occuparsi dei testi.

7 - Come avviene la composizione del vostro materiale solitamente?
Quasi sempre si parte da idee mie e/o di Raffaele; quando siamo già abbastanza soddisfatti gli diamo una struttura ritmica e la giriamo agli altri, di modo che poi ognuno possa mettere il suo. Ovviamente in sala prove si prova e riprova fino a che non sembra perfettamente funzionante. In fase di registrazione finale vengono poi fuori tutti gli orpelli e arrangiamenti che rendono il pezzo più ricco e vincente alle nostre orecchie.

8 - Vi piace suonare live e come affrontate il palco?
Ci piace tantissimo, e lo riteniamo importante tanto quanto registrare, se non di più. Dal vivo i pezzi assumono connotazioni diverse, ma il divertimento ĆØ proprio quello, proporre l’energia che manca dall’ascolto di semplici dispositivi.

9 - Ultime parole famose per voi. Un saluto!
Le solite, ma sempre valide: un saluto a voi e chi ci leggerĆ , e un ringraziamento per lo spazio e il tempo concessoci, ma soprattutto un invito al supporto vero, quello tangibile, senza il quale la musica rischia di morire sul serio.


Intervista a cura di Sonia Wild

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