Header Ads

MARCO GERMANI "N.D.E" (Recensione)

Full-length, Independent
(2016)

"N.D.E." è l'acronimo di “Near Death Experience”, ed è il secondo album solista del chitarrista (ma anche compositore e insegnante di chitarra) del vigevanese (PV) Marco Germani. Tutti più o meno sappiamo il significato di quella sigla, ovvero tradotta in italiano sta per "esperienza pre-morte", ed in effetti la musica di questo musicista appare fredda, a tratti meccanica, permeata da un alone plumbeo, che trova il suo habitat in composizioni strutturate e complesse, dove non vi è quasi mai un senso compiuto di forma-canzone, ma il tutto sembra assemblato secondo una visione pessimistica delle cose che inevitabilmente si impadronosce anche della musica di questo artista.
Non è solo comunque pessimismo quello che pervade quest'opera, infatti apprendiamo dalle nore biografiche che "tramite l’ascolto delle dodici tracce inedite si percepisce il senso di un viaggio, che preso alla lettera può essere l’esperienza del celebre tunnel che porta all’aldilà luminoso, ma che simbolicamente assume il significato di un percorso attraverso se stessi, dal buio alla luce, da un momento negativo della vita alla sua felice risoluzione, dalla disperazione alla speranza".

E' apprezzabile, in questo senso, anche tutto il lavoro a livello di immagine che sta dietro a questo album. Infatti, il kit promozionale in mio possesso contiene una ricca galleria fotografica, dove possiamo apprezzare degli scatti davvero originali realizzati da Elisa Collimedaglia, tra cui spiccano a volte delle immagini con dei chiodi ammucchiati. Non chiedetemi perchè, ma quella immagine per me è molto bella e rapprsenta in buona parte questo album; un prodotto che di certo non pecca di melodia, seppur tendenzialmente un po' perversa, ma che è un’espressione di sentieri insidiosi e pungenti che avvolgono la mente umana, una lente di ingrandimento su un mondo visto con occhio cinico. Un mondo che, nel caso di Marco Germani, probabilmente viene percepito come limitato e opprimente.
Sono tanti i musicisti e le voci che accompagnano il musicista in quest'opera, con diversi cantanti e musicisti amici legati ad After Life Music Dimension, l’etichetta indipendente dello stesso Germani, come ad esempio il tastierista Mauro Sabbione, ex Matia Bazar, ma per quanto riguarda le voci, nella maggior parte dei casi, sono femminili.
Si passa da territori quasi industrial-metal, come in "Stupid Bitch" o "Disguised Sleep", che mi hanno ricordato anche qualcosa di Nine Inch Nails, Prodigy e Marilyn Manson, ad altro dove prevale di più l'elettronica abbinata a rap, trip-hop e dark in senso ampio, come possiamo ascoltare ad esempio nella bella e misteriosa "Megaera", dove la voce di Laura Ferro si rivela come arma vincente in più per portare a casa un risultato d'insieme convincente in pieno.
Tutto l'album ruota attorno al concept della "esperienza pre-morte", e l'artista è bravo nel trascinarci, per mano, forse con un sorriso maligno, attraverso i meandri oscuri di una mente sospesa tra sonno e realtà, o meglio, sospesa tra vita e morte. Ovviamente io, e spero molti altri, non abbiamo ancora avuto esperienze di questo tipo, ma bisogna dare atto che questo disco rappresenta bene ciò di cui parla. 
A livello stilistico, Marco Germani non abbraccia mai totalmente il metal, ma le ritmiche sono spesso serrate e dettate da ritmi marziali creati con campionature e drum machine. E direi che proprio l'uso della drum machine (o batteria campionata) in questo caso calza a pennello con la musica proposta. Probabilmente una persona "reale" non avrebbe reso altrettanto bene in questi brani, suonando una batteria acustica nel modo più classico.

C'è davvero di tutto in questo album a livello di riferimenti, a partire dalle influenze elettroniche che sembrano mescolarsi agli Enigma della opener "Welcome to afterlife", ma quando arriviamo alla chiusura, affidata a "Many Questions", siamo un po' sfiancati. Questo album non è un prodotto di facile fruibilità ma possiede molto fascino contorto. Le note dilatate di questa canzone sono rilassanti da un lato, ma possiedono un certo carico di tensione, che viene fuori man mano che scorrono i minuti, con suoni acuti che sembrano prodotti da uno strumento tipo arpa. 
Da sottolineare anche l'uso delle tastiere, di cui non si abusa, ma capaci in più occasioni ad aggiungere tinte scure su un tessuto già di per sè poco solare e chiuso in se stesso.

In definitiva mi sento di consigliare questo album a chunque ami l'elettronica e l'industrial, mentre non mi pronuncio sul fatto che questo disco possa piacere di più in base alle proprie preferenze in ambito rock e metal. Io lo vedo indicato sia a chi si ciba di rock che a quelli più metal-oriented, ma è consigliabile avere la mente aperta verso l'elettronica e la commistione di questa con tessuti sonori "duri". Per me, gran bel disco, ma che necessita di un impegno accentuato e massima concentrazione per essere apprezzato appieno. Artista da seguire, questo Marco Germani, perchè oltre ad aver prodotto un ottimo disco, ha anche il dono non frequente di risultare originale e soprattutto convincente in ciò che fa e vuole trasmettere!

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 80/100

Tracklist:
1 Welcome to After Life (feat. Stellerranti) 
2 Too Bad to Be True (feat. Jacopo La Posta) 
3 ExplicitDisguised Sleep (feat. Alessandra Balliana) 
4 Megaera (feat. Laura Ferro) 
5 Black World (feat. Viviana Iannone) 
6 ExplicitStupid Bitch (feat. Laura Ferro) 
7 ExplicitFacin' Death (feat. Dario Sicilia) 
8 Disturbing Awareness (feat. Rita Partini) 
9 Sekvu La Lumon (feat. Rita Partini, Pierantonio Gallesi & Gianni Guaglio) 
10 Running Out of the Tunnel (feat. Mauro Sabbione) 
11 Sindrome di morte apparente (feat. Viviana Iannone & Mattia Bicocchi) 
12 Many Questions (feat. Rita Partini)

PAGINA FACEBOOK

Nessun commento

Powered by Blogger.